Ecco il tipico disco che magari –chi ama l’underground– per anni se l’è sognato la notte come libidine massima: un CD di 70 minuti con tutte le canzoni che gli Ex piazzarono, lungo gli anni 80, sugli ormai introvabili 45 giri (per altro pubblicati, all’epoca, soltanto in Olanda).
Una panoramica affascinante perchè permette di osservare “in progress” come il gruppo olandese – uno dei grandi d’Europa, che da 25 anni gioca in champions league insieme a Radiohead, dEUS, Motorpsycho, Zu e pochi altri – sia approdato all’attuale, complessa, originale e rispettata alchimia sonora fatta di noise, punk e free jazz.
23 canzoni in ordine cronologico, un booklet molto esaustivo ricco di dati, foto dell’epoca, copertine di dischi, tutti i testi e soprattutto il racconto di chi erano all’epoca gli Ex e di cos’era il punk europeo, fatto di attivismo, antagonismo e provocazione [gli Ex sono tra i pochi gruppi che per le cause in cui crede da sempre scende in campo a viso aperto: contro l’Apartheid in Sud Africa (il 45 giri ‘Rara Rap’ dell’88), a favore dei curdi (qui c’è lo split del 1984 con gli Awara, misconosciuto gruppo curdo esule in Europa) e della resistenza in Salvador nel 1981 (c’è il 45 giri ‘Weapons for El Salvador’), per difendere i centri sociali e gli squat arrestati sommariamente a Rotterdam nell’83, contro il fascismo (c’è anche il loro mitico singolo ‘Destroy Fascism’, realizzato con i Chumbawamba nell’87, e l’invettiva antimperialista ‘Stupid Americans’], e fatto di interminabili tour continentali su un furgoncino sgangherato (raccontano anche di quando nell’Estate del 1981, durante il loro primo tour in Italia, furono invitati a suonare a Bologna, alla commemorazione della strage alla stazione ferroviaria di due anni prima, o di quando nel 1985 organizzarono un tour di sostegno ai minatori inglesi in sciopero, strangolati dalle leggi iperconservatrici della Teacher, raccogliendo l’equivalente di 4.000 euro insieme ad altre band non inglesi).
Leggetelo il booklet di questo CD: non sono molti i documenti che oggi spiegano di cosa parliamo realmente, quando parliamo di punk.
Riguardo la musica: le prime 11 tracce mostrano come fino al 1983 gli Ex suonassero un tutto sommato ortodosso punk filo-britannico stile Clash e Crass, molto nervoso, con cantato in inglese o olandese; poi col 45 giri ‘Gonna Rob the Spermbank’ accade qualcosa, s’insinua –complice l’ingresso di nuovi e più esperti musicisti– il germe acido del postpunk e la complessità d’arrangiamento della wave, e cominciano a nascere gli Ex come li conosciamo oggi. E’un onore, per me, scrivere di loro.
Autore: Fausto Turi