Talento, esperienza trentennale, vite completamente a mollo nel rock’n’roll ed integrità artistica per Lilith & the Sinnersaints, che se ne fottono di dove sta andando il mondo della musica, non facendosi turbare dalle mode e continuando a suonare quello che più amano: un grumo di catarro punk blues a seconda dello stato d’animo lento e spiritato o piuttosto indomito e caotico.
Le mode al contrario incidentalmente passano ogni tanto non lontano da loro, santificando con qualche ristampa o libro la vicenda e la discografia dei Not Moving, il più grande gruppo r’n’r italiano di tutti i tempi in cui militarono negli anni 80 sia Lilith (voce) che Tony Face (batteria), entrambi ora in questo progetto.
Primo di una serie di EP di rivisitazioni di brani storici e gemme nascoste del passato, dedicati ciascuno a 4 generi diversi alla base della loro formazione musicale e destinati in futuro ad essere raccolti in un cofanetto, questo primo episodio si focalizza sulla musica punk.
Il gruppo, completato da Christian José Cobos al basso e Massimo Vercesi alla chitarra e voce, ci presenta 4 cover di brani a cavallo tra fine anni 70 ed inizio anni 80 rivisitate in una chiave personale, catturandone una serie di aspetti in alcuni casi già presenti nelle versioni originali ma assolutamente rimodulate sulle proprie caratteristiche.
Si parte con ‘Sailing On’ dei Bad Brains, gruppo capostipite all’inizio degli 80 del crossover tra hardcore e scorie black le più varie, interpretata qui in una chiave lenta scura e blues dai suoni riverberati, estremamente lontana dall’assalto old school originale, poi ‘(I’m) Stranded’ dei Saints – qui l’originale del gruppo australiano, del 1977: http://www.youtube.com/watch?v=eFvhd–qDDU – trasfigurandone l’impatto punk’n’roll adolescenziale in un punk blues dai suoni bassi, caricato di stile e articolato ricamo strumentale; operazione simile per ‘See no Evil’ dal disco Marquee Moon dei Television, brano punk assolutamente da recuperare qui meno chitarristicamente affilato, meno newyorkese e loureediano, che acquista carattere garage blues e grunge.
‘The Sound of the Sinners’ dei Clash vede rispettata l’originale idea base di inno spiritual punk, con tanto di ponte pianistico verso la fine, caricandone anzi giocosamente la vena gospel del contro canto corale.
Dunque Lilith & the Sinnersaints continuano ad alternare dischi con brani originali in italiano ed inglese – l’ultimo è stato A Kind of Blues del 2012 – a personali rivisitazioni di brani nascosti del passato altrui eseguiti comunque senza intenti troppo passatisti – provvidenziale e lungimirante in tal senso la scelta di brani non celebri – che aspettiamo anche con curiosità a questo punto, visto il carattere programmatico del progetto di 4 EP. Chissà cosa ci sarà sul vol.2, dunque!
Quì puoi ascoltarli: http://www.lilithandthesinnersaints.com/web/index.php/it/mediamenu/menu-audio
http://www.lilithandthesinnersaints.com/
https://www.facebook.com/LilithandtheSinnersaints
autore: Fausto Turi