L’ex cantante dei Can, il vagabondo della musica, dopo essersi ripreso dalla caduta negli abissi della droga ha intrapreso il suo never ending tour. Per tutto l’anno l’artista nippo-tedesco gira per il mondo suonando sempre delle jam session dal vivo con 400 musicisti sparsi in tutto il mondo. La Wallace per al seconda volta ha voluto cogliere l’occasione per registrare i suoi deliri più o meno rochi, che ha cantato o strillato con quattro musicisti, di cui i primi due del giro Wallace: Xabier Iriondo (chitarra elettrica, mahai metak), Mattia Coletti (chitarra elettrica), Diego Sapignoli (batteria e percussioni) e Andrea Belfi (elettronica). “Tutti i colori del silenzio” è un flusso ininterrotto di quasi quarantasette minuti di suoni che improvvisati. L’approccio è jazz, ma la sensazione è quella che suscitano alcune cose del secondo lavoro dei Velvet Underground, anche se per tutta la durata della session l’atteggiamento è molto minimale. I cinque artisti si studiano, ma non hanno problemi ad alternarsi tra loro, facendo emergere tutti gli strumenti che hanno a disposizione con Suzuki che parla, delira e canta, ora con pacatezza ora bofonchiando. Per certi versi questo lavoro è catartico, ma anche inquietante, in ogni caso suscita molta curiosità, grazie alla voglia inguaribile di tutto il gruppo di voler sperimentare.
Autore: Vittorio Lannutti