I campani Black Era sono tra le più convincenti realtà nazionali in ambito trip-hop. Lo confermano con questo nuovo lavoro, “…then…” (scaricabile gratuitamente dal sito della net-label …aquietbump, che likiamo in fondo), in cui sono evidenti le caratteristiche positive già parzialmente osservabili nel loro disco d’esordio: indiscutibili capacità compositive e notevolissima cura per i suoni, innanzitutto. Le canzoni dei Black Era si strutturano tutte attorno ai groove (con i bpm tenuti accuratamente a bada) e agli articolati tappeti elettronici costruiti da Blob, tra cui si muovono la versatile voce di Dy Darshan e i discreti interventi chitarristici di Allfuzz.
I toni dell’album sono estremamente cupi, claustrofobici. C’è una sensazione di tensione quasi “apocalittica” che pervade tutto l’album, anche laddove un certo calore soul (“Bowtoday”) porta qualche barlume di luminosità. Tra gli episodi da ricordare: gli intrecci tra sintetizzatori, dinamiche rock e improvvise digressioni hip-hop di “Vicious Flag”, le belle atmosfere di “Bark”, che ricordano quelle dei Massive Attack più scuri (periodo “Mezzanine”, per intenderci), lo strumentale “James Tobin”, in cui si sentono gli echi del Dj Shadow più sognante. L’unico vero limite del progetto è, a mio avviso, il suo essere troppo legato ad un’estetica “di genere”, in maniera quasi auto-ghettizzante. Detto ciò, gli amanti del trip-hop non potranno fare a meno che apprezzare un disco di pregevole fattura come questo.
Autore: Daniele Lama