Così come le squadre di calcio italiane hanno i loro osservatori in Sud America per visionare nuovi talenti da “importare” nella penisola, anche la nostrana Lizard ha i suoi emissari in Cile per individuare nuove bands da inserire nel proprio roster: gli Yonhosago infatti sono ben il terzo gruppo che approda alla label trevigiana dopo le precedenti esperienze di Exsimio ed Akineton Retard.
Gli Yonhosago, da Santiago del Cile, propongono un avant-rock strutturato su scuri fondali da cui emergono sussulti ritmici, lamenti di tromba, increspature rumoristiche, partiture per violino, linee profonde di basso, liquide visioni, stacchi crimsoniani di chitarra.
Il pezzo migliore del disco è “Enrique”: primi tre minuti scanditi da una batteria nervosa, parte centrale nei quali i monologhi di violino e basso si smarriscono tra le spirali oniriche create dai sintetizzatori, poi una voce mandata ossessivamente in loop spezzata dalla foga epica della chitarra e finale amniotico suggellato dal canto ramingo del violino.
Ancora un disco interessante nel catalogo Lizard, etichetta a cui auguro di spingere la propria curiosità anche alla scoperta di altri angoli di mondo.
Autore: Guido Gambacorta