Si andava già sul sicuro con Dreamless, ora poi con il nuovo Ep To fade at dusk quella sicurezza di essere in compagnia di piccoli talenti si afferma al quadrato, un “cibo proteico sonoro” che non fa mistero di nulla, semplice, ombroso umorale preso tra waveing e post-punk, una valvola salvifica di quattro brani che dimensionano quanto l’esistenzialità urbana giochi nello spirito umano.
I torinesi The Yellow Traffic Light tornano in circolazione riverberando la loro visione nebbiosa che avvolge certe pulsioni My Bloody Valentine, lontani Cure (Cole drives too fast), Spaceman 3 e psichedelie ondeggianti, elettricità scura di base e liriche pensanti sono la summa di un lavoro degno di nota, perfetto da ascoltare in queste prime avvisaglie invernali. Ci sanno fare, sanno suonare e dare la carica giusta con melodie aliene che s’impongono immediatamente in testa, quattro brani che vivono il presente espressamente guardando indietro in quegli 80 combattuti, stracciati e osannati.
Il tocco waveing che esala Hideway, le nevrosi Pumpkinsiane di Burger shot fino allo spiccare del volo drogato che Fall effettua in chiusura, fanno breccia e fraseggio tra emozione e climax inesauribili. TYTL: ancora centro!
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autore: Max Sannella