Tra i dischi più attesi dell’anno, “Blastin’ Out” sancisce il ritorno della principale formazione garage italiana: i Sick Rose. Autori del classico singolo “Get Along Girl” e dell’urticante debut-album “Faces”, ancora oggi oggetti di culto per i maniaci del verbo garage-punk degli anni ’80, i Sick Rose avevano fatto perdere le loro tracce a metà anni ’90. Ritornati in madre patria, dopo varie peregrinazioni, il cantante Luca Re e il chitarrista Diego Mese (unici superstiti della formazione originale) hanno ricostituito il gruppo con l’ausilio di Giorgio Abà alla batteria e Walter Bruno al basso. Il tempo di rodare in studio le nuove composizioni e una telefonata dall’altra parte del globo è servita per arruolare il leggendario Dom Mariani (Stems, Someloves e DM3) nelle vesti di produttore. Dom non si è limitato a stare dietro alla consolle, ma ha aiutato il gruppo a dare forma all’album, prestando – oltre a consigli preziosi – anche la sua chitarra e la voce per i cori. Ne è venuto fuori un disco impressionante per stile e compattezza. Undici canzoni dall’indiscutibile tiro power-pop con cui i Sick Rose sono riusciti a trovare la perfetta alchimia tra un sound grintoso e melodie accattivanti.
L’attacco dell’iniziale “Love Cant’ Get Enough” dà già la misura del contenuto del disco, mentre la title-song è un’intrigante ballata con tanto di organo ad impreziosirne le trame sonore.
Con “It’s Getting Bad” – sorta di omaggio ai Del-Vetts di “Last Time Around” – il quartetto torinese riscopre la sua vena più marcatamente garage-punk, mentre l’anima melodica esce fuori in brani come “Cigarette Girl” e “Jeanie”. Le splendide “Wait Until Next Summer” e “Because You’re Mine”, assieme all’urticante “I Give You Lies”, danno poi il perfetto tocco power-pop ad un album dall’imbattibile freschezza compositiva, che cresce ascolto dopo ascolto e che ti rimane in testa con le sue melodie a presa diretta. Rientrare in pista dopo tanti anni poteva essere un rischio: con “Blastin’ Out” i Sick Rose hanno invece centrato il bersaglio al primo colpo. Bentornati!
Autore: Roberto Calabro’