Eric Morrison e Andrew Deutsch, rispettivamente tastiera e chitarra, sono i fondatori e i creatori della band della Florida ormai al suo settimo album completo. Con Brad Truax e Sean Martin alla parte ritmica, rispettivamente basso e batteria, quest’ultimo alternato da Chris Millstein, le sonorità del gruppo riescono a coprire tutto l’arco melodico che la fantasia creativa dei due autori propone di esplorare. E qui questa fantasia è al massimo dell’esplosione, condensandosi in ben 19 brani, la cui caratteristica principale è quella di non avere caratteristiche comuni.
I pezzi, infatti, sono stati composti in momenti diversi e dai diversi membri della band in solitudine, per poi essere mescolati agli altri in una fase di brainstorming, che ha fatto scaturire le 19 title track da una selezione di oltre 50 brani. Un fervore produttivo, dunque, quello degli Home, che si avverte nella pluralità dei suoni e dei toni di questo album, che spazia da richiami a Smashing Pumpkins al progressive rock anni ’70, dai Led Zeppelin ai Genesis prima maniera e Van Der Graaf Generator.
Altra caratteristica singolare: titoli come Teasin’ and Pleasin’, Juicy Ass, Straddle me, Push, Deep Inside, Slide, Fucking, Rushing, Baby Yeah, e altri non vi lasceranno dubbi: si tratta di un concept album dedicato (bontà loro) interamente al sesso.
Ma non c’è da aspettarsi facili concessioni alla volgarità o all’esibizionismo (magari con urletti alla Robert Plant o altro): musicalmente l’album è serissimo, denso, teso, e soprattutto ricco di sonorità diversissime, che riflettono i diversi percorsi creativi dei componenti, ma anche la difficile amalgama che è stata compiuta per realizzare questo piccolo capolavoro del suo genere.
Autore: Francesco Postiglione