I Nera da Milano tecnicamente non suonano peggio di tante altre piccole band esordienti, ma la cosa vale ben poco se poi non riescono a tirar fuori idee musicali degne di questo nome. Questo ep, con in copertina il ritratto di una famiglia stile Mulino Bianco e sul retro una foto di gruppo credo tratta da qualche archivio fotografico sugli orrori dei campi di concentramento nazisti, ci presenta un gruppo che ha una sola faccia (e non due come lascerebbe intuire la trovata della copertina), quella di un post-grunge cantato in italiano e carico di enfasi. Il trio si concede pure il vezzo di inserire in una scaletta di cinque brani, per diciassette minuti totali, ben tre minuti e venti di silenzio in un pezzo – il quarto – programmaticamente intitolato “Niente” (geniali, no?) e vanno poi a concludere con “Messa nera OP.I”, un trip electro per sabati sera senza un perché. “Tanto le cose devono finire”, dicono loro. “Meno male”, commento io.
Autore: Guido Gambacorta