Con i Savak torna la British invasion. Il quartetto newyorkese, benché influenzato dalla psichedelia texana in salsa Paisley underground e dall’hardcore Usa, ha un sound molto british. Si respira aria post punk inglese in tante sfaccettature, soprattutto negli intrecci con certo pop che sconfina nel beat dei mitici sixties. Il post punk è serrato e pulito in pochi momenti (“I wanna exist”) e in altre occasioni (“Natural light”) viene evocato Julian Cope, mentre in più occasioni il quartetto si lascia andare al p-funk che sia contaminato con il post punk (“I don’t want to be defended”) o con il dance pop marziale (“Loma Prieta”). Tuttavia, il quartetto non dimentica mai l’approccio indie (“Sick of war”) e le chitarre aperte con un bel ritmo costante e incessante.
autore: Vittorio Lannutti