E’ giusto fare attenzione a non inserire frettolosamente i Robocop Kraus nel recente calderone post-post punk o new-new wave. La band tedesca, recentemente approdata alla Epitaph, ha sulle spalle quasi dieci anni di carriera, e non meriterebbe affatto di essere considerata poco più di un clone di Franz Ferdinand, Bloc Party e compagnia bella.
“They think they are…“, molto probabilmente il loro lavoro più riuscito (nonché quello che, si spera, gli darà la meritatissima visibilità), pur non brillando certo per la particolare originalità, colpisce per la grande potenza del sound, per l’approccio diretto e la solidità dei brani. I Robocop Kraus suonano come degli XTC fatti di anfetamine (in “After laughter come tears” e nel ritornello di “You don’t need a doctor” i riferimenti sono palesi. Agli XTC, non alle anfetamine.), citano volentieri i Clash (“You don’t have to shout”), non disdegnano ritmi più sfacciatamente dance (“In fact you’re just fiction”, con l’immancabile cowbell di rito), hanno dimestichezza con la melodia (“All the good men”, “Too true to be good”), e si cimentano con risultati notevoli in ballad dolce-amare come la bella “Life amazes us despite our miserable future” (niente male, come titolo, non trovate?).
Niente di trascendentale, intendiamoci: non sarà questo il disco che vi cambierà l’esistenza. Ma un ascolto vi consiglierei di darglielo. Siamo ben sopra la sufficienza. E non è poco, direi.
Autore: Daniele Lama