Delicato progetto synth-acustico slow-tempo, dietro cui si celano due sconosciuti canadesi di nome Jenna Robertson e Mitchell Akiyama – quest’ultimo a capo della piccola label ‘Intr.Version’ che edita il disco – con già due maxi Ep all’attivo rispettivamente nel 2003 e nel 2005, questo ‘Mill Farm’ è disco moderno in grado di offrire spunti su dove soffia il vento pop in questa fase storica.
Malgrado in repertorio gli Avia Gardner non abbiano alcuna canzone di valore assoluto, ciò che funziona in ‘Mill Farm’ è piuttosto l’effetto complessivo, nonchè la traiettoria stilistica, questa davvero perseguita con raziocinio e decisione quale ratio stessa del progetto: una voce femminile algida, ovattata, imperscrutabile come fuoriuscisse da un grammofono, e musiche poco strutturate, spesso motivi cuciti insieme sfruttando suoni i più moderni e vari possibile, che cullano portando avanti una sensazione, un’emozione retrò come quelle che emergono ascoltando Sigur Ros, Lamb o i californiani Devics. Negli arpeggi acustici – mai lasciati soli, badate bene: sempre rinfrescati con lenti battiti pop eletronici e chincaglierie synth – vi si può cogliere senz’altro un sostrato folk – nell’apertura del disco: ‘Between our Pages’ – ma è solo un attimo, e neanche l’attimo migliore magari, che invece arriva quando il duo fa sul serio e si cala completamente nel sottoscala indie pop elettronico più moderno, come nella suggestiva accoppiata ‘Fearsome and Terrible’ + ‘Jars of Steam’ lì nel mezzo: uniche impennate decise di questo lavoro che ha il limite di suonare talvolta come un buon passatempo e nulla più per i suoi stessi autori.
Autore: Fausto Turi