Gli Happy Mondays sono stati i teppisti sfacciati e irriverenti della rave culture inglese. C’è stato un tempo, più o meno tra la metà degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, in cui Manchester era Madchester, in cui i giovani inglesi ce l’avevano a morte con la lady di ferro Margaret Thatcher e le discoteche prendevano il posto dei pub nell’immaginario di perdizione dei teens che abbandonavano il vecchio rhythm and blues per la techno di Detroit.
I Mondays sono stati una delle più importanti band di quel periodo, e protagonisti del nuovo suono inglese insieme a Stone Roses, Charlatans, Ride e Primal Scream.
Per i media gli Happy Mondays sono stati una formazione di bulli di periferia, picchiatori, spacciatori e ladruncoli a tempo pieno, oltre che pop star a tempo perso che hanno cavalcato un’intensa parabola musicale. Per il pubblico la formazione di Shaun Ryder è stata portavoce di un messaggio nuovo, una band capace di entrare in contatto con il sistema sociale in cui operava. Fondatore, leader, cantante e deus ex machina di questi precursori della club culture e paladini dei rave è stato Shaun Ryder. Intorno al 1981 raggruppa la sua gang, composta da suo fratello Paul al basso, dallo pseudo ballerino Bez, Gary Whelan alla batteria, il chitarrista Mark Day e il tastierista Davis e nel 1986 si presenta con il primo lavoro “Squirrel And G-man Twentyfour Hour Party People Plastic Face Carnt Smile (Whiteout)”.
Il mix di house music, coloriture seventies e psichedelia sixties li trasforma rapidamente nell’emblema della rave culture, scena capace di influenzare Chemical Brothers, Blur e Oasis. “Bummed”, il loro secondo album del 1988, li trasforma in autentiche superstar: l’Inghilterra inneggia al nuovo insolente Johnny Rotten del popolo delle discoteche.
Questo mosaico eccitante, bizzarro e sconclusionato cavalcherà (grazie ai singoli “Halleluja” e la cover di “Step On” di John Kongo) la scena trance dance fino al 1990, anno di “Pills ‘n’ Thrills And Bellyaches”, considerato il punto più alto della carriera degli Happy Mondays.
Ryder ha ormai completato la sua mutazione da rocker teppista a personificazione del divo della techno, condensando nelle liriche di ‘Pills …’ l’odissea della giornata ideale nella vita di un topo da discoteca.
‘Pills …’ è stato il disco che ha fatto entrare gli Happy Mondays nella storia, che li ha resi una delle band cardine del british sound. A ‘Pills …’ sono seguiti ‘Yes Please!’ del 1992, e ‘Uncle Dysfunktional’, album del loro ritorno pubblicato nel 2007. Shaun Ryder nella metà degli anni ’90 riprova la scalata con il progetto Black Grape prima e poi da solista, ma non è la stessa cosa. Nel 2002 gli Happy Mondays hanno vissuto una seconda giovinezza grazie al lungometraggio ’24 Hour Party People’ (il titolo del film nasce da una canzone degli HM stessi), storia della Madchester che fu, la Factory Records di Tony Wilson e dei protagonisti del periodo (Happy Mondays stessi, New Order, A Certain Ration e the Durutti Column). Segue un reunion tour inglese, con uno show da 20.000 paganti a Manchester e una doppia data sold out alla Brixton Academy di Londra. Gli Oasis chiamano Shaun Ryder e soci come special guest dello ‘Standing on the Shoulder of Giants’ Tour, che si svolge esclusivamente negli stadi. Si vocifera di un nuovo disco per gli Happy Mondays.
Intanto preparatevi al primo concerto italiano degli Happy Mondays, all’Estragon di Bologna il 13 Maggio 2011 in occasione del Rocker Festival 2011.
Autore: red.
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