Dopo sette anni alla ricerca di una loro direzione, durante i quali il duo ha spaziato dal post-punk al primo hard rock, riescono con questo “Innerself surgery” ad innescare la marcia giusta e a strutturare un sound che attinge molto dal post-punk, ma anche dal funk psicotico tanto caro ai Primus.
Spesso il duo si rivela pungentem circolare e spigoloso, in particolare nella fugaziana “Useless crash” e nella tagliente “Super voids”.
Con “Throat miners” il duo bolognese si affaccia al punk-rock serrato e vibrante e con “Scorpio rising” resta intrappolato nel primissimo p-funk, proprio quello che ti fa venire una voglia matta di scatenarti come se avessi vent’anni.
Intrigante il grunge slappato morbidamente di “Slap you”, come anche i due omaggi a Les Claypool: “Forzier” e “Grass snake vertigo”.
La conclusiva “Carcharodan carcharias”, invece, è un funky inceppato ed incerto, con diversi giri di rock.
Rock coinvolgente, sospeso tra il vintage degli anni ’90 e la voglia di andare avanti.
Autore: Vittorio Lannutti