Non appena mi sono imbattuto in questo cd di Vittorio Cane, mi è tornato subito alla mente il nome di un cantautore sbilenco che quasi tre anni fa – era il febbraio del 2006 per l’esattezza – funestò i primi momenti di una serata per il resto bellissima al Rainbow di Milano, aprendo come supporter il concerto dei grandi Arab Strap. Ho quindi recuperato la recensione di quel vecchio live e non mi sbagliavo, di un Cane effettivamente si trattava, ma nel mio pezzo avevo annotato Vincenzo anziché Vittorio… Sarà lui? Sarà il fratello?? C’è un altro Can(e)tante che si aggira per l’Italia??? Qualche ricerca più approfondita su Google, e alla fine sì, ho realizzato che proprio di lui si tratta, dell’immarcescibile autore dei sublimi versi “la gallina dov’è, il pollo sono io” e “se mi concentro vado dritto dentro”, e questo vuol dire che all’epoca, scrivendo il mio reportage a distanza di qualche giorno dall’evento, la mia memoria aveva fatto cilecca. Di questa mia svista sul nome chiedo scusa al diretto interessato e a tutti i lettori, tanto più che all’epoca avevo pure ironizzato sul cognome per via dell’immonda prova live, salvo scoprire adesso che di uno pseudonimo auto-ironico si tratta, perché il torinese Vittorio Cane all’anagrafe è registrato in realtà come Claudio Cosimato. E va beh, preso atto delle mie inesattezze (a mia discolpa il fatto che non era certo facile raccogliere informazioni su un giovane musicista del tutto sconosciuto, all’epoca esordiente), mi sono finalmente avvicinato a “Secondo” (secondo cd appunto dopo l’omonimo debutto), sempre con l’orecchio ben vigile per via dello spiacevole incontro precedente. E anche se la definizione di “poeta” – spesa per Vittorio Cane niente meno che da Remo Remotti nel suo omaggio che chiude il disco – mi sembra francamente una bonaria esagerazione, devo dire che ero preparato a ben peggio, mentre qui due-tre cose passabili tutto sommato le si possono trovare: “Ci proverò” (con la partecipazione del concittadino Mao) è una canzonetta che funziona, niente di straordinario per carità, ma funziona, e allo stesso modo non dispiace neppure il beat malandrino di “Domenica”. In generale quello che si può dire è che gli arrangiamenti sono adesso meno approssimativi di quanto mi ricordassi e la spiccata vena pop della confezione frutta a Vittorio Cane un potenziale hit radiofonico come “Dipendente”, con quel coretto finale che ti si appiccica addosso e non ti molla tanto facilmente. Esclusi questi passaggi sopra la media, il resto gira sempre lì, tra il minimale ed il banale (vedi “Mille”, il fatidico brano de “la gallina dov’è il pollo sono io”, qui rispolverato ancora una volta), con un paio di pezzi srotolati furbescamente su basi hip-hop (“Ci credo ancora”, “Ti do qualcosa”), la tracklist intervallata qua e là da ritagli di annunci radiofonici ed il cantato pigro/stonato da far intenerire o – più facilmente – irritare parecchio. Perché il dubbio è sempre quello, che Vittorio Cane ci marci su, e non poco, a fare la parte del loser metropolitano con la chitarra a tracolla, senza però dimostrare davvero il physique du role, perché, che pensavate, ci vuole un certo talento pure ad impersonare “il cantautore annoiato dalla vita ma non troppo”.
Insomma, mettiamola così, io questo disco non ce la faccio ad ascoltarlo per più di 5/10 minuti alla volta, e per di più alternandolo con dosi abbondanti di altra musica, per cui con un sapiente uso del tasto stop sono riuscito a coprire i 45 minuti complessivi nell’arco di tre giorni circa. Ma a parte questo, posso serenamente dire che non nutro più quel desiderio bruciante di assalire Cane e spezzargli i denti uno ad uno dopo avergli annodato la lingua, così come provato durante quella famosa serata milanese al Rainbow. Tre anni non sono passati invano: adesso sono molto più ragionevole. E pacifico. Sapete anzi, se mai incontrerò Claudio/Vittorio, gli offrirò pure da bere, perché no, così ci facciamo una chiacchierata tranquilla davanti ad una buona bottiglia di vino. Magari, tra un bicchiere e l’altro, riesco pure a convincerlo a cambiare mestiere.
Nel caso foste interessati, questi gli appuntamenti al momento previsti per assistere ad un concerto di Vittorio Cane:
16 Gennaio @ Hiroshima Mon Amour, Torino (con Vittorio Cane Big Band)
17 Gennaio @ Mamamù, Napoli
18 Gennaio @ Conte Staccio, Roma
23 Gennaio @ Zero Club, Cagliari
24 Gennaio @ Sleepwalkers Club – Guspini (CA)
18 Febbraio @ Materia Off, Parma
20 Marzo @ Bar Bukowski, Valdagno (VI)
21 Marzo @ Bar Astra, Vicenza
22 Marzo @ Zuni, Ferrara
Autore: Guido Gambacorta