Gruppo anglo-elvetico di base a Ginevra, capitanato da Thierry von Osselt ed Alexander Cracker, i Chapter pubblicano a fine 2007 quest’album, ora distribuito anche in Italia da 5ive Roses press di Pescara, distributore segugio a caccia di prelibatezze straniere sfuggite alla grande distribuzione nazionale. Questo è il secondo lavoro del quintetto, fissato sullo standard chitarre, basso, batteria, che propone una formula di morbido folkrock britannico stile John Marthyn, e postrock, in cui, saggiamente, il secondo genere, un tantino fuorri moda in questo 2008, è davvero appena accennato. In bella evidenza la voce di Alex Cracker, calda e molto molto simile a quella di Eddie Vedder, al punto che in alcune delle 10 canzoni di questo disco sembra quasi di ascoltare un unplugged dei Pearl Jam, in versione dimessa e bucolica: l’effetto è tutt’altro che malvagio. La scrittura di Cracker e von Osselt, piuttosto, è onesta ma troppo ordinaria, incapace di veri e propri colpi d’autore, di qualunque trovata davvero originale, e così il disco sfila via senza colpire granchè l’immaginazione o il sentimento. L’elemento però più affascinante di The Biographer, è il tentativo di realizzare un “concept album” nel quale ognuna delle 10 tracce è dedicata alla memoria di un personaggio dell’aristocrazia britannica degli ultimi 150 anni – tutti, ad ogni modo, immaginari, si badi bene! – in cui i testi delle canzoni dovrebbero rappresentare, in qualche maniera, i protagonisti – ripeto: immaginari… –, essendo le parole, nel gioco della finzione, tratte da loro corrispondenze epistolari, poesie, o da stralci testamentari. Tale cervellotica, ma interessante operazione, s’accompagna e si completa con una confezione coerente: il CD infatti ha una copertina cartonata con libricino interno contenente le biografie dei 10 personaggi immaginari, ovviamente riportate con caratteri miniati in stile ottocentesco, e così il dischetto paradossalmente finisce per sembrare quasi un semplice allegato al libricino.
Autore: Fausto Turi