Si sa che gli italiani sono un popolo abitudinario e gli “inditaliani” non sono da meno.
Pubblicità e passaparola restano i canali per valutare l’affidabilità di un prodotto ma le consuetudini, come sta accadendo negli ultimi tempi, portano a poca vivacità e ancora più spesso all’inconsapevolezza.
Eccezion fatta per i festival d’oltremanica, quasi sempre inaccessibili per la facilità in cui esauriscono le prevendite, Primavera Sound, Pukkelpop, F.I.B., Sziget, dalle nostre parti oscurano tanti altri festival che sicuramente non si potrebbero definire minori, e che inoltre, propongono cast molto allettanti o con una certa lungimiranza rispetto alle tendenze di un dato periodo.
In precedenza abbiamo già parlato dell’ Oya Festival di Oslo (http://freakout-online.com/news.aspx?idnews=4774) e de La Route du Rock di Saint-Malo (http://freakout-online.com/news.aspx?idnews=4808), aggiungiamo quindi, il Frequency Festival di St. Polten nei pressi di Salisburgo a due passi dall’Italia che si terrà dal 15 al 18 agosto.
Come per l’Oya, anche il Frequency vanta una grosso interesse per le tematiche ambientali, con molta attenzione alla raccolta e il riciclaggio dei rifiuti prodotti nell’area del festival e del campeggio e alla logistica, tant’è che sul sito del festival vi è addirittura una sezione tutta dedicata al “car sharing”.
Il cast è ragguardevole e si alterneranno sui sette palchi distribuiti nell’immensa vallata che ospita la rassegna veri e propri animali da festival del calibro di The Cure, Killers, Placebo, Korn, Black Keys, Noel Gallacher’s high Flying Birds, Block Party, Paul Kalkbrenner, The XX, Wilco, Hot Chip, Dandy Warhols, Glasvegas, Modeselektor, Vitalic, Erol Alkan, Bush e davvero tanti altri…
Autore: Luigi Ferrara