Conoscendo un po’ i fatti, viene quasi naturale immaginare che vi possa essere un’empatia tra il problematico protagonista di questo film di Daniele Vicari, interpretato da Valerio Mastrandrea, che in un momento di difficoltà esistenziale è costretto ad un duro confronto con sè stesso, e Massimo Zamboni, autore della colonna sonora, già chitarrista di CCCP e CSI, che ad un certo punto della sua vita artistica ha dovuto reinventarsi una carriera solista uscendo fuori – probabilmente suo malgrado – dal guscio protettivo di cotanto collettivo. Il drammatico litigio di 5 anni fa in uno studio d’incisione in Germania con l’un tempo inseparabile Giovanni Lindo Ferretti – che portò all’inaspettato scioglimento dei CSI nel momento del grande successo commerciale – dev’essere stato un momento di svolta anche interiore non indifferente. Da allora un disco solista – Sorella Sconfitta, del 2004 –, numerosi libri e 4 colonne sonore compresa questa relativa al film uscito al cinema all’inizio dell’Estate.
Il disco è tutto strumentale eccetto l’ultima traccia in cui Fiamma canta nello stile di Bjork una canzone che era per altro già presente in Sorella Sconfitta: ‘Pied Beauty’; per il resto Massimo fa quasi tutto da solo, tra arpeggi di chitarra, tastiere riflessive e semplice ed elegante elettronica che ricorda per certi versi Sigur Ros, Brian Eno e le sognanti visioni degli utimi Mercury Rev; il tutto calibrato per bene sui ritmi tranquilli del film e sulle scene solitarie di un protagonista che vaga da solo sui pendii del Gran Sasso in preda allo smarrimento.
Sedici spezzoni sonori d’atmosfera che solo in qualche caso però hanno autorevolezza e valore assoluto prescindibile dall’opera che accompagnano; e su tutto la chitarra di questa sorta di David Gilmour nostrano con in più, badate, un indimenticabile passato da punk dell’Emilia paranoica.
Autore: Fausto Turi