Vengono dal Canada, hanno la Sub Pop dietro le loro spalle e sono eccessivamente naif.
Il sound targato Wolf Parade discerne su binari (già) tracciati (e ricalcati) dai conterranei Arcade Fire e Modest Mouse, il cui leader è Isaac Brook che ha curato la produzione di questo lavoro e come ogni musicista che si mette al di là del vetro in recording room, ha influenzato (non poco) la parte creativa.
Senza alcun sussulto il lavoro si fa ascoltare sino alla conclusione, lasciando l’impressione di deja-vu dove le chitarre e le tastiere creano un tappeto sonoro rumoroso e, volutamente, confusionario mentre la sezione ritmica segue ed esegue meramente un accompagnamento semplice ed ordinato. S’aggiunge un’inviluppata componente noise resa sporadica dallo schema di composizione del quartetto canadese.
Un lavoro che può essere valutato da un punto di vista critico e dalla prospettiva d’ascoltatore del genere. Criticamente è una minestra riscaldata dove le (poche) idee sono buttate a caso e senza nessuna soluzione stilistica degna di nota. Da ascoltatore l’album è sufficiente, si riferisce (fin troppo) ai gruppi già citati prima, che però merita un ascolto, tanto per staccare dalle belle copie…
Autore: Rocco D’Ammaro