Un appuntamento che sarebbe un delitto perdere quello con l’uscita di Fuochi Fatui d’Artificio (Radiofandango/Edel), l’ultimo prezioso lavoro dei livornesi Virginiana Miller, recentemente passati all’etichetta discografica del produttore cinematografico Domenico Procacci e coordinata da Stefano Senardi.
Nel solco della raffinata ricerca poetica, melodica ed armonica che il gruppo persegue sin dagli esordi, Fuochi Fatui d’Artificio presenta undici tracce che i Virginiana Miller definiscono “spettrali”, nella misura in cui per spettrale si intende la ricerca di un modo di dare al passato una forma che non sia quella della nostalgia. Perché, se la nostalgia presuppone la memoria, il nostro tempo non ne ha più, e al passato – sembrano voler dire i Virginiana Miller – resta un’unica possibilità di contare nella nostra vita: quella appunto di presentarsi come lo spettro che infesta un presente preteso eterno.
Un’atmosfera lacerata, piena di inquietudini, energie e dissonanze quella che il quinto lavoro dei Virginiana Miller – che segue l’apprezzatissimo La verità sul Tennis – propone. Un rock da terzo millennio incentrato sulla parola che lascia il segno e non si arrende.
Autore: red.
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