Dopo il trionfante esordio nel 2015 con l’album omonimo, le due gemelle Lisa-Kaindé e Naomi Diaz, alias Ibeyi (che in yoruba vuol dire appunto “gemelle”), figlie del grande percussionista Miguel Angà Diaz (sentito mai parlare dei Buena Vista Social Club?), tornano oggi per conquistare l’Europa, dopo aver già conquistato Parigi, la città in cui vivono da tempo.
Cubane di origine, sono state indirizzate alla musica dal papà che le ha lasciate nel 2006, quando avevano 11 anni. “La nostra infanzia è trascorsa ai concerti” e “La musica ci ha salvato la vita”, dice Naomi. E stiamo parlando di due ragazze di 22 anni.
Santeria, afrocubanismo, cultura yoruba, ma anche hip hop, elettronica, ritmi campionati: questo l’originale mix che ha visto il successo dell’album Ibeyi e che vede ora una energica replica in Ash, dove di nuovo le due gemelle cantano in inglese: è evidente l’attaccamento alle tradizioni della propria cultura ma anche la volontà di conquistare il mondo imponendosi musicalmente, e ciò è forse dovuto all’influenza di Richard Russell della XL, che le ha notate nei club parigini e le ha subito dato uno studio a Londra su cui incidere, due anni fa.
L’una al pianoforte, l’altra alle percussioni, l’una amante di Nina Simone e del Jazz, l’altra dell’hip hop e dell’elettronica, l’una solare l’altra malinconica, le due gemelle diverse sembrano fatte apposta per generare un mix potente di sensazioni e di emozioni.
Liza scrive anche una canzone per Naomi: I wanna Be Like You. E c’è tanta poesia e intimità anche in I carried for Years e nella splendida nenia Away Away. Ma la novità di questo disco è che c’è anche attenzione al mondo esterno, ai temi sociali: Ash è stata composta nel giorno della vittoria di Trump, No man is big enough for my arms è un messaggio agli uomini del mondo su come trattare le donne, e contiene pezzi di un discorso di Michelle Obama: ‘La misura di ogni società viene data da come tratta le donne e le ragazze’.
C’è malinconia e dolore nelle canzoni delle Ibeyi, che sono scure come la loro pelle: del resto la musica è per loro legata al dolore. Hanno iniziato a scrivere musica dal giorno dopo la morte del padre (quindi solo 11 anni fa) e hanno cominciato a fare tour dalla morte della sorella maggiore. La musica per loro è una sorta di rituale da purificazione vodoo, come per la cultura yoruba che arrivò a Cuba con gli schiavi di Nigeria e Benin.
Il cantare in inglese forse non rende giustizia a questa cultura, ecco allora pezzi come Me Voy e Transmission, ed ecco il contributo musicale dei tanti guests che compaiono in questo disco, da Kamasi Washington a Meshell Ndegeocello, Mala Rodriguez, Chilly Gonzales. Per due ragazze di 22 anni al secondo disco, e alla prima vera affermazione fuori dalla Francia, non è poco. Certo, la strada l’avrà spianata il papà, ma le due splendide ragazze hanno saputo dare una impronta tutta loro alla world music che propagandano, tanto che in Deathless o Waves puoi ascoltare Europa, nei campionamenti, Cuba nelle percussioni ma anche tanta Africa nell’atmosfera complessiva. E’ banale dire che la musica varca oltre i confini geografici, ma in questo caso è una verità che le due gemelle hanno nel sangue e che si sente tutta nei loro pezzi.
www.ibeyi.fr/
https://www.facebook.com/ibeyimusic/
autore: Francesco Postiglione