Il duo palermitano torna con un nuovo disco ed una maggiore maturità acquisita nel corso del tempo. Stilisticamente “Piombo, polvere e carbone” non si discosta più di tanto dal disco d’esordio, la formula del folk-punk acustico rimane la stessa.
Tuttavia, il rockabilly del primo disco è maggiormente sfumato, in favore di un approccio nel complesso più cantautorale con testi più riflessivi ed introspettivi.
“Piombo, polvere e carbone” si pone a metà strada tra un Bugo avvolto su se stesso, senza il fascino per il non sense, gli Zen Circus meno caustici e le Violent Femmes con pochi singulti.
Più che folk punk questo disco trasuda folk blues, il brano che è più caratterizzato in questo modo è proprio la title-track, data anche la tematica riguardante la prigione e la disperazione. Interessanti, invece, gli intrecci tra la chitarra acustica e quella elettrica presenti in “Vento fortissimo” e in “Elettrica” che non nasconde un piglio alla The Who, periodo “Who’s next”.
Prodotto dallo stesso duo, in collaborazione con Fabio Rizzo, “Piombo, polvere e carbone” vede anche la collaborazione di Nicola Manzan (Bologna Violenta), che presta i suoi archi nella ballata malinconica “Fermare il tempo”, Massimiliano UFO Schiavelli, che suona il basso rezophonico nella bella cavalcata surf di “Libero”, Davide Barbatosta soffia nei fiati in reverse nell’introspettiva e blusata “La differenza fra essere svegli e dormire” e Luca Macaluso suona l’armonica nel train-blues alla Bo Didley di “Dolce far niente”. Il duo palermitano con questo disco si è spostato saggiamente verso la musica del diavolo.
Autore: Vittorio lannutti