Cominciano a diradarsi le nubi sul futuro dei britannici Bloc Party, discograficamente fermi al discreto Intimacy (2008), con i componenti della band impegnati in vari progetti paralleli, mentre con un piede fuori dalla band appariva fino a poche settimane fa soprattutto il talentuoso cantante/chitarrista Kele Okereke, secondo varie voci l’Estate scorsa letteralmente cacciato dal gruppo dai compagni www.freakout-online.com/news.aspx?idnews=4407 che avrebbero iniziato a lavorare a materiale nuovo emarginandolo, addirittura alla ricerca di un nuovo cantante, non si sa bene per quale motivo.
Pare la cosa sia nel frattempo rientrata, ed alla fine del 2012 avremo dunque un nuovo disco della band ancora con Okereke, che nel frattempo ha avviato una carriera solista forte di un disco intitolato The Boxer cui segue ora questo EP intitolato The Hunter, contenente 7 brani, per una durata di 29’05”; proprio i forti impegni della carriera solista di Okereke potrebbero aver magari generato distanza, autoemarginazione, invidie, incomprensioni, con il cantante di colore che qualche mese fa avvista i colleghi per strada, a Londra, li segue di nascosto e scopre che hanno cominciato a provare nuove canzoni, senza coinvolgerlo; e poi comunicati stampa, smentite, etc.
The Hunter EP è un lavoro piacevole, tra synthpop, dance music, dubstep, in cui la sensibilità e le doti di cantante di Okereke emergono vivide, riprendendo molto la musica pop britannica anni 80 di New Order e Pet Shop Boys, e arricchendola di calore e sensibilità black.
Ai 6 brani firmati da Kele Okereke s’aggiunge la cover della fulminante hit dance intitolata ‘Goodbye Horses’, di Q Lazzarus, anno 1988, un clamoroso tormentone qui riproposto in una versione più pop, più veloce, su una tonalità più alta, spuria dalla venatura soul dell’originale.
‘Devotion’ è un malinconico brano tutto tastiera e synth, uno dei picchi del disco, in puro stile Pet Shop Boys, che resuscita l’afflato esistenziale degli anni 80 in tutta la sua bellezza tormentata e ci mostra ciò che il cantante inglese di origini nigeriane sa fare al meglio, a dispetto della sua pur celebre carriera rock coi Bloc Party, mentre ‘Cable’s Goodbye’ è una canzone synth pop anch’essa rilassata, interlocutoria, che introduce la ugualmente delicata, ma stavolta splendida, ‘Love as a Weapon’, tra l’altro arricchita da un’arrangiamento elettronico semplice ma calzante, e una nota la merita anche il singolo ‘What did I Do?‘, corredato da videoclip, con ospite la voce cristallina della corista classica britannica Lucy Taylor. In ‘Release Me’ spicca il tocco vellutato della voce black, prossima al falsetto, di Okereke, che ci sembra tanto lontano, ora come ora, dai Bloc Party, non tanto per quella che può essere la sua sintonia ummana e professionale coi compagni, quanto piuttosto per motivi artistici, che lo vedono maggiormente centrato su questo tipo di musica pop, che non sul rock.
Ma poi, a pensarci, è soltanto un pregiudizio, che un artista non possa continuare a fare bene entrambe le cose, finchè ne ha voglia.
ASCOLTA QUI soundcloud.com/wichita-recordings/sets/kele-the-hunter-ep/s-CgtfU L’INTERO LAVORO
Autore: Fausto Turi
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