La coppia che non ti aspetti , rotto il ghiaccio con “Ballad of the Broken Seas”, ha deciso di riprovarci. Da una prospettiva che vede sfatare il luogo comune in cui, la lei in questione è la miccia che fa esplodere l’estro di lui quanto constatare, in questo caso, come sia lui il “muso” (vista la perenne espressione imbronciata dipinta sul viso di Lanegan, la definizione pare quanto mai azzeccata…) ispiratore della vena compositiva della Campbell. Il tratto musicale che lega i due è il non disdegnare la fascinazione nei confronti del passato. Cominciando dal folk-orchestrale delle iniziali “Seafaring Song” ,”The Raven“, “Salvation“, “Who Build The Road” si capisce subito che il nuovo capitolo riprende temi musicali già presenti nell’album d’esordio. Non di meno le canzoni paiono meglio messe a fuoco e, a dispetto della volta precedente, la voce del cantautore statunitense svolge un ruolo di primo piano. Ad ogni buon conto la coppia si diverte anche a mischiare le carte, come dimostrano la jazzata “Come On Over (Turn Me On)” , la mantrica “Back Burner” o il blues d’antan di “Shot Gun Blues”. Il non eccedere in voli pindarci, non toglie che fra i pezzi seguenti vi siano brani riusciti (“Keep Me In Mind Sweetheart”, “Something To Believe”, “Sally Don’t You Cry”). A posteriori, quindi, non si può negare che la difficile prova del secondo disco sia superata. In tempi di europei calcistici magari Campbell & Lanegan rappresentano il classico paio d’attaccanti poco spettacolari ma che sanno il fatto loro. Per adesso va bene così, in futuro chissà…
Autore: LucaMauro Assante