A costo di rendere sistematica nel tempo la revisione delle proprie conoscenze, ma anche – forse soprattutto – delle proprie convinzioni (che poggiano appunto su una conoscenza incompleta delle cose), il meglio che ci si può attendere da un’etichetta – specie se prolifica come la Secretly Canadian – è un catalogo “amico” della varietà stilistica.
Fa piacere quindi che da quel di Bloomington, tra folte schiere di “folkers” più o meno apparentati con la modernità, spuntino Aaron Deer, qui, con moniker Horns Of Happiness, in “licenza solista” da Impossible Shapes e John Wilkes Booze, alle prese con le molteplici possibilità di simbiosi tra pop, psichedelia e ciò che rimane ancora da scoprire del folk (siamo pur sempre su Secretly, dannazione!). “A Sea As a Shore” sembra possedere il dono dell’ubiquità nel muoversi, con una certa agilità (la durata media dei brani non supera i 3 minuti), tanto tra la pastoralità che sta assumendo il roster della K records quanto tra le divagazioni dreamy degli episodi a firma dei migliori esponenti dell’Elephant 6 collective.
L’intreccio ha i suoi buoni esiti, vuoi per l’eclettica strumentazione utilizzata (e suonata con l’aiuto dei fellows di sponda Impossible Shapes – tra questi Chris Barth, parimenti alle prese, di questi tempi, col progetto solista NormanOak), vuoi per il non aver calcato troppo la mano su arrangiamenti e registrazione, entrambi fedeli a un’estetica tendenzialmente lo-fi che sfoca tanto la voce di Deer quanto l’impianto strumentale. Il quale ultimo, peraltro, viene spesso concepito e costruito, in forma di bizzarri ed estemporanei intermezzi strumentali art-folk (l’ultimo A Hawk And A Hacksaw, avete presente?), come collante con cui rendere coerente l’eterogeneità degli stili da cui Deer attinge e che, se da un lato rende piacevole un ascolto “casuale”, dall’altro vincola l’orecchio a un’impegnativo funzionamento se si vuol cogliere appieno l’essenza di questo disco. Ma d’altra parte, cosa ve ne fareste di un disco già bell’e digerito dopo un solo ascolto?
Autore: Bob Villani