Va detto: Moby è uno di quegli artisti sempre capaci di stupire. Dopo tanti anni di carriera, tanto successo, Richard Melville, aka Moby, non sceglie la facile via dell’adagiarsi sugli allori, continuando a fare sempre le stesse cose ma intraprende quella, senz’altro più coraggiosa, di cercare qualcosa di nuovo; ovviamente tra alti e bassi.
E siccome la fortuna aiuta gli audaci, il nostro è riuscito benissimo in questa nuova impresa, ovvero nel produrre un ottimo disco. Così è nato “Innocents”, undicesimo album di Moby, che si discosta dai precedenti lavori, senza per questo tradire il suo inconfondibile stile.
Niente più pezzi molto elettro-pop orientati sul danzereccio, stavolta Moby vira sui sentimenti e in particolare, sulla vulnerabilità dell’essere umano, che fa da leitmotiv per tutto il disco.
Altra importante novità è che per “Innocents” Moby ha collaborato con tantissimi nomi noti della buona musica, da Mark Lanegan a Wayne Coyne dei Flaming Lips, da Skylar Grey ad Al Spx dei Cold Specks.
Dall’album sono già stati estrapolati diversi singoli, tra cui la malinconica “The Lonely Night”, in cui compare la voce di Mark Lanegan, “A case for Shame” con Cold Specks e “The Perfect Life”, a cui ha collaborato Wayne Coyne, una ballad romantica perfetta per essere dedicata a qualcuno a cui si tiene (“I only want to be here when you’re by my side/ oh I believe now/ I’ll love you ‘til I die” ossia “Voglio solo essere qui quando sei al mio fianco/ adesso ci credo/ ti amerò fino alla fine”).
Notevoli anche “Don’t love me” con Inyang Bassey e “Tell Me”, arricchita dalla presenza della brava Al Spx, che, per chi non la conosce ancora, è una cantante assolutamente da scoprire.
Dal punto di vista tecnico, nulla da eccepire; Moby è un musicista scafato, sa bene quello che fa e la svolta intimista non gli ha certo fatto perdere il mordente, perché il disco si fa ascoltare volentieri tutto d’un fiato. Insomma: promosso a pieni voti.
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autore: Veronica S.Valli