Il ritorno dell’emisfero dark wave, di quella creatura color antrace per eccellenza che sprofonda e si anima in mille rivoli di suggestione pentecostale. Slanting Ray – l’official delle Winter Severity Index (Simona Ferrucci voce/chitarra/basso e ritmi, Alessandra Romeo keyboard/sinth) certamente non sarà il punto più eclatante dell’esperienza dark in musica, ma senz’altro aggiunge quel tocco figo in più dalla navigata accortezza che gli anni Ottanta – di quelli più melmosi – hanno cosparso, diffuso e “beatamente appestato” ogni ascolto da lì all’infinito, specie nell’underground.
Un progetto di dieci tracce che, istintivamente – trascina l’ascolto, lo trasporta senza tanti nodi mentali – in un viaggio notturno e uggioso, melodie, estasi ed insofferenza sintetica che animano un mondo noir, convulso e dolce in cui si accumula e concentra una moltitudine di suggestioni minimali che spaziano senza freni; alternata tra vocali e strumentali, la tracklist si muove tra magie nere alla Bauhaus e le tricologie arruffate di Robert Smith Fishblood, la titletrack stessa, Ordinary love, qualcosa di sapore sulfureo di stampo Siouxie No will e tutto il fascino di una decade morta nell’immortale per rivivere ad oltranza.
Con la chiusura convulsa e magnificamente gothic di Embracing the void, le WSI dimostrano che il “malessere” dark di cui sono portatrici sane è in fondo una sublime irrequietezza ipnotica che stimola le parti fragili e tenaci dell’anima, un’anima ovviamente sempre in pena, ma accorta e iconoclasta nel suo amplesso voluttuoso col buio.
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autore: Max Sannella