Torna dopo sei anni Rachel Grimes, questa volta con un album di soli brani strumentali suonati con il pianoforte. La copertina con l’albero spoglio e l’ambientazione autunnale ci introducono nei quattordici bozzetti densi di intimità e malinconia. Le ambientazioni grevi (“Long before us”) si alternano ad aloni di tristezza resi intensi con magistrali arpeggi (“Every morning”). La malinconia coinvolgente di “The corner room” anticipa le dilatazioni minimali di “She was here” corredata dai cinguettii dei passerotti. L’approccio classico lascia anche il posto a partiture di un jazz denso e profondamente malinconico (“On the morrow”) seguite dall’articolata e velocizzata “My dear companion” che fa il paio con le ansie e le paure espresse in “Mossgrove”, mentre in “Boodrot” torna la tristezza, accompagnata da un grande senso di abbandono. “A bed of Moss” poi è la degna conclusione di questo disco, con la sua profonda tristezza, che non lascia spazio ad altri sentimenti, se non alla malinconia. La scelta di pubblicare il disco in questo periodo è molto pertinente.
Autore: Vittorio Lannutti