Possibile che lo scrittore Howard P. Lovecraft avesse visitato l’Italia nel 1926, stazionando alcuni giorni nel Polesine e rimanendo impressionato dall’atmosfera magica, dannata e nebbiosa delle paludi del Po e dalla misteriosa gente delle campagne tra Rovigo, Comacchio e Goro? C’è chi indaga anche seriamente sull’ipotesi non trovando tuttavia conferme, e nel frattempo Jet Set Roger, realizza un disco tutto incentrato sulla vicenda di questo giovane e depresso scrittore americano che nella provincia italiana, dal Mondo reale finisce per sporgersi su una realtà parallela, mostruosa ed indecifrabile, che darà il via alla fase più agghiacciante della sua opera letteraria, forse, chissà allegoria di un Mondo reale impazzito che egli vedeva andare verso la catastrofe.
Una musica pop che le radio dovrebbero prendere in seria considerazione ma sappiamo in proposito come vanno le cose in Italia e non ci contiamo troppo, ed un incedere brioso ed appassionato tutto sommato classico del nostro miglior cantautorato, quello degli anni 70 non imparentato con i modelli stranieri, fanno emergere quella ricchezza narrativa troppo spesso dimenticata dalla letteratura metropolitana oggi imperante: la provincia, la campagna, le tradizioni popolari, i riti, le comunità unite, la schiettezza e l’imprevedibilità della gente che incontri fuori città, mentre il protagonista della vicenda evolve egli stesso attraverso i brani guadagnando brio e vitalità a contatto con l’avventura e con una nuova socialità; chissà: probabilmente a Lovecraft avrebbe davvero fatto umanamente bene una vacanza in Italia ed il contatto coi suoi coetanei.
Nella loro linearità ed immediatezza pop, i temi musicali risultano molto ben calibrati sulle fasi emotive del viaggio di Lovecraft che in ‘Rovigo‘ perde la coincidenza ferroviaria per andare a Venezia e, fuori dall’abitudine che sembra stritolarlo, fissa la colonna col leone della Serenissima in piazza Vittorio Emanuele II e decide di partire all’avventura. Jet Set Roger ricorda un po’ Elio nella fatale e cordiale ‘Un Fortuito Incontro‘, laddove il protagonista in ‘Grand Tour‘ appare convinto della scelta fatta d’istinto che preannuncia quasi una nuova vita ed in ‘È sempre Festa’, ubriaco dell’avventura, dei suoi rischi e degli amici di viaggio ha già dei dubbi e vuole tornare indietro.
Poeticamente è ‘Sonia‘ il brano più toccante, in cui Lovecraft combatte una grave guerra interiore tra il desiderio di leggerezza ed una natura misantropica, col sopraggiungere delle prime creature mostruose che lo spiano nel buio ed il sopraggiungere al sinistro paese di L. nel brano mid tempo, classic rock, ‘La Fine del Viaggio‘. Qui il disco ha già svoltato dai più ariosi ritmi piano e chitarra verso una nuova inquietudine elettrica che si alternano ad arie pensose, e Jet Set Roger (organo, pianoforte, voce), Pietro Zola (chitarra), Marco Franzoni (basso) e Beppe Facchetti (batteria) vengono affiancati nei vari brani da ospiti importanti quali Giorgia Poli (contrabasso, Scisma), Andy Rourke (basso, The Smiths), Marco Pirroni (chitarra, Adam & the Ants, Sinead O’Connor).
Proprio quando nel glorioso rock d’impatto intitolato ‘Qualcosa di Importante‘ Lovecraft prova un decisivo colpo di coda verso la rinascita (“esci dalla tua stanza/ torna a sorridere /vestiti con eleganza /la noia è da uccidere”…) ecco la catastrofe: assiste ad un rito mostruoso ed ancestrale dei paesani di L. ed egli solo, tra i testimoni, decide di affrontare con lucidità quanto visto, senza rimuoverlo come fanno i compagni d’avventura che iniziano a scherzarci su (‘La Burla’).
Chiusura in bellezza con ‘Che cosa è Stato?‘, che ci ricorda un po’ i Perturbazione, in cui il protagonista è tornato in patria ed ancora una volta giura a sé stesso che la propria letteratura dovrà guardare in faccia i fantasmi che lo perseguitano, le brutture del Mondo – di questo e di quell’altro – senza omettere nulla.
Al disco è abbinato un fumetto di Aleksandar Zograf che racconta la vicenda narrata e che è parte imprescindibile dell’opera, che infatti acquista rilievo proprio ascoltando i brani una volta a conoscenza della sinossi del fumetto.
Due parole in conclusione per lodare non soltanto l’operazione nel suo complesso ma anche le qualità di Jet Set Roger, musicista bresciano attivo dagli anni 90 con ormai una decina di dischi alle spalle, artista dalla scrittura valida sempre pronta all’umorismo ed al sentimento che riesce come già specificato a dare uno spessore autorale alla musica pop come pochi in Italia.
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autore: Fausto Turi