autore: Stefano Pellone
Ultimamente c’è stata da parte di molti gruppi giovani una riscoperta degli anni ’80 (potremmo anche dire che gli anni ’80 non muoiono veramente mai) e i Lads Who Lunch non fanno eccezione.
Questo progetto musicale romano, nato nel 2008 e che si fa etichettare con l’aggettivo “post wave”, è arrivato alla pubblicazione del suo secondo disco, “Talk”, prodotto nato dalla collaborazione con Luca Vicini, ai più noto come Bass Vicio, bassista dei Subsonica.
E ci giunge dopo tanti anni di gavetta, di premi vinti (l’edizione 2009 di “Rock Targato Italia”) e di cambi di formazione fino a quella attuale, che sembra la più stabile ed è composta da Mariano Felisio (voce e chitarra), Dario Amoroso (synth e programming), Giacomo Latorrata (basso) e Emiliano Micheli (batteria).
Ascoltando il disco, l’influenza di Vicini e la sua esperienza musicale si sentono anche pesantemente in alcuni brani (come nel pezzo “Puppets”) ma per il resto il tutto scorre in maniera abbastanza fluida e piacevole, almeno per quanto riguarda la prima parte del disco, che è davvero un ritorno ai famigerati anni ’80 grazie alla sonorità e alla voce “filtrata”, tendenza eighties che si evidenzia in pieno nel singolo “Cold morning”, dalle atmosfere dichiaratamente joydivisiane.
Il disco prosegue tra citazioni più o meno mascherate (“The gap and the platform” sembra uscita da un disco degli Editors) prima di inciampare in alcuni episodi poco felici (“Draft”, tanto per citarne uno) per chiudere in bellezza con l’ampiezza musicale di “Uncut”.
Non poteva mancare la ghost track, in questo caso francamente incomprensibile, dato che sono solo suoni di quello che sembra un hammond. Un disco che lascia con il giudizio in sospeso: bene la prima parte, male la seconda. Un lavoro coraggioso, che strappa la sufficienza ma non la promozione a pieni voti.