Anche per il 2011, come negli ultimi due, il disco dell’anno è stato pubblicato a dicembre. Per il 2011 si tratta dell’ultimo (capo)lavoro di Tom Waits, che ha risolto, almeno al sottoscritto, ogni dubbio su quale sia stato il disco che sta una spanna sopra gli altri.
Il motivo della grandezza di questo disco non consiste soltanto nel fatto che il cantautore californiano abbia coinvolto musicisti del calibro di Marc Ribot, David Hidalgo (entrambi su quasi tutti pezzi), Flea e Keith Richards , e solo questo insieme di musicisti farebbe sfigurare qualsiasi altro masterpiece del rock, ma è come Tom Waits sia riuscito ad amalgamare i “suoi” musicisti con la capacità di recuperare se stesso i tutti i sedici brani inclusi scaletta.
Waits è uno dei pochi della sua generazione che invecchiando migliora, mantenendo lucidità e soprattutto indipendenza. “Bad as me” è un perfetto compendio della carriera del nostro perché troviamo le arie romantiche del primissimo e sbronzo Tom con “Kiss me” e “Tell me”, passando per l’omaggio a Captain Beefheart della title track, fino al raga rock di “Satisfed”, nella quale si le chitarre di Ribot e di Richards che si intrecciano in un tripudio di blues jazzato, come si intrecciano anche nel boogie infiammato e maledetto di “Chicago”, nel quale però si respira l’aria da voodoo di New Orleans.
Quando la sei corde è in mano a Hidalgo, invece, le cose cambiano. Il chitarrista e cantante dei Los Lobos porta i brani di Waits verso le arie mariachi, quindi “Talking at the same time” ha un trasporto alla Calexico e in “Face to the highway” le chitarre sono sullo sfondo per creare un’atmosfera da tramonto malinconico e accaldato. Tuttavia, Hidalgo viene coinvolto anche nel boogie a stantuffo nel quale Waits bofonchia come nel suo stile di “Get lost”. I testi, intriganti, introspettivi e romantici sono stati scritti, come di consueto da oltre un decennio, con la moglie Kathleen Brennan e alla batteria siede il figlio Casey. “Bad as me” è un prodotto a conduzione familiare di ottima qualità.
Autore: Vittorio Lannutti