Per l’ultimo concerto della serie “In The Round” sullo stage della Roundhouse di Londra va di scena sabato 4 febbraio Mister Julian Cope.
Si registra il sold out e il pubblico numeroso si divide ordinatamente tra una e più pinte al bar, la toilette e il tavolino del merchandising, già preso d’assalto prima che il concerto cominciasse. Non è sempre semplice reperire gli album di Julian Cope, soprattutto i suoi ultimi lavori…se esiste ancora, provate a chiedere ad esempio al negozio di dischi sotto casa e fate un test…
Nel 2017 gli album si comprano anche on line – vero – ma ad ogni modo Cope è portatore sano di cultura indipendente, inoltre sono molto invitanti titoli quali “Trip Advizer – The Very Best of Julian Cope (1999-2014)“, “The Drunken Songs“, “Rock Section” di Dayglo Maradona, “Vesuvio” con O’ Malley dei Sunn O))) e Holy McGrail, “Rite At Ya – Monotonous Meditations From The Back Of Beyond (1993 – 2016)“; vi è anche il programma del SydArthur Festival – il primo festival psichico mondiale di rock’n roll svoltosi lo scorso luglio per celebrare Arthur Lee e Syd Barrett a dieci anni dalla loro scomparsa.
Il palco è avvolto da una luce di un blu intenso che si riflette e si diffonde tra gli spalti a forma circolare, a dire il vero questo stage sembra anche un pò grande per il set up minimale proposto ultimamente da Cope: voce e chitarra con qualche effetto; c’è un synth sulla destra del palco, ma viene usato solo per un lunghissimo pad su ‘The Great Dominions’ dove Julian canta “mummy, I’ve been fighting again” sul phaser che ondeggia splendidamente; è su questo pezzo il cantante di Liverpool esprime tutto il suo magnetismo sciamanico.
https://www.headheritage.co.uk/
autore: Luigi Ferrara
(video utente Youtube Automorph)
Julian parla tantissimo, dopo circa quindici minuti ha suonato solo due pezzi, con apertura affidata a ‘Autogeddon Blues’; il pubblico comunque segue e si diverte moltissimo, naturalmente è anche un audience che già sapeva a cosa sarebbe andata incontro e Saint Julian è uno che ha tante storie interessanti e bizzarre da raccontare: episodi personali, l’ultima delle sue avventure o riflessioni su qualche ricerca effettuata nel tempo, molto spesso direttamente sul campo. Così come ad esempio è capitato per le Tombe dei Giganti in Sardegna e successivamente la pubblicazione della sua novel “One Three One“.
Il nostro psychedelic stroryteller parla di mummie ritrovate nel deserto del Taklamakan, conosciute anche come Mummie del Tarim che pare fossero molto avvezze all’uso dell’ephedra e questo è un nitido richiamo al suo racconto, prima di attaccare con ‘They Were On Hard Drugs’.
Si accenna a “Wilder” dei Teardrop Explodes, che a suo tempo non aveva riscosso il favore di “Kilimanjaro“, ma è arrivato il momento di una ba-ba-ba song e dal disco prima citato è scelta ‘The Culture Bunker’, che però durante la sua esecuzione viene interrotta per un problema tecnico e così Julian approfitta per scendere dal palco e andare a salutare personalmente il proprio pubblico…qualcuno lo abbraccia pure…
Comunque i presenti sono tutti invitati al funerale del Signor Cope che per l’evento ha già raccolto le “Drunken Songs” e si ascrive il sonetto tratto dall’artwork del disco…così, giusto per entrare nel mood:
Should I sit and tell you a tale or two?
Or should I stand and tell you three?
This tale that happened to a friend of mine:
In truth did happen to me.
Ecco la prima avvisaglia alcolica…melodica e schizoide con il brano ‘Liver Big As Hartlepool’.
Cope parla della canzone folk dove individua il problema che ad essere “folk” è l’esecutore del brano stesso, mentre un professionista come lui riesce nell’intento in meno tempo e minor difficoltà e facendo anche finta di coinvolgere direttamente il pubblico dandone dimostrazione con ‘Cromwell in Ireland’: una “marcetta” da vecchie spugne che nasconde una condanna ben studiata al controverso personaggio di Oliver Cromwell elencato da Cope tra i peggiori tiranni. Dietro lo “smanicato” di pelle, il performer porta tutt’ora cucito il numero 1649, riferito all’anno della repressione di Cromwell e il New Model Army in Irlanda.
(Video utente Youtube Matty Mabey)
Ma è con ‘As the Beer Flows Over Me’ che la comodissima Roundhouse è sul punto di trasformarsi nella taverna del vecchio lupo di mare frequentata da pirati di media età…in verità il pubblico era pure fin troppo per bene per essere dei seguaci di quell’elemento di Saint Julian, infine la venue è in tutti i sensi “comfortable” e il concerto, durato due ore circa, è stato seguito in estrema comodità.
Su ‘Cunts Can Fuck Off’ l’ex Teardrop Explodes esordisce dicendo che americani e inglesi sono divisi dalla stessa lingua e a supporto di questa tesi si sofferma su come sono utilizzate differentemente le parolacce. Il risultato è questo brano pieno zeppo di sconcezze sostenute però da una melodia estremamente melodica e orecchiabile che neanche i Beach Boys sarebbero riusciti a creare…
Sul finale si va più sul classico con ‘Soul Desert’, ‘Pristeen’ e i bis con ‘Sunspots’ e ‘Greatness & Perfecion on Love’.
(Video utente Youtube Matty Mabey)
Insomma fare approcciare Julian Cope a qualcuno che non ha minimamente idea di che soggetto si tratti non è proprio semplice, è già difficile da dove partire, il personaggio è complicato e trasversale, inoltre ogni sua cosa ha una sua spiegazione, un riferimento o un concetto, ogni suo lavoro è un percorso completo. I sostenitori infatti hanno di che interessarsi, l’ex pop-star è sicuramente border line, ma comunque tenuto molto in considerazione in Inghilterra, basta controllare anche il seguito sul sito www.themodernantiquarian.com per capire come viene inteso e caldeggiato il suo puro spirito divulgativo, o anche valutare gli argomenti proposti sul sito/blog www.headheritage.co.uk
Il concerto è stato davvero molto divertente e in scaletta erano presenti le tracce che negli ultimi tempi l’autore ha proposto dal vivo, anche se qualche sorpresa c’è stata. In effetti sono tantissime le produzioni del musicista e beccare il pezzo preferito a un suo concerto è un pò un terno al lotto…
Autogeddon Blues
They Were On Hard Drugs
The Culture Bunker
Liver Big As Hartlepool
As The Beer Flows Over Me
The Great Dominions
Paranormal In The West Country
Cromwell In Ireland
Cunts Can Fuck Off
Fear Loves This Place
Soul Desert
Pristeen
(Encores)
Sunspots
Greatness & Perfection Of Love