Si è spento lo stimatissimo Doctor Rockit. Ne danno il triste annuncio Matthew Herbert e Radioboy. Il nostro amato dottore raggiunge così Wishmountain, trapassato anch’egli a miglior vita.
Dopo ben dieci anni di onoratissima carriera trascorsa ad operare su mixer, drum e sampler machines e laptop, con l’unico intento di far muovere quante più chiappe è possibile, il nostro eroe ha tirato le cuoia e dona questo ultimo addio tra l’altro neanche troppo triste, anzi fintanto piacevole che così non lo avrei mai immaginato. Matthew ce l’ha messa tutta stavolta per farci rimpiangere il dottorino. Eppure le sorti erano già da tempo quasi scontate, visto che “For sale” Herbert essendo stato per un bel po’ di tempo un individuo dalle più personalità, mi fa venire da supporre che all’improvviso si sarà trovato di fronte ad una crisi esistenziale molto forte, tale da far fuori in quattro e quattro otto, ben metà dei suoi alter-ego.
Benché la scelta del nome per questo disco asserisca il contrario, sono invece convintissimo che l’electro-house di Doctor Rockit sarà una grave perdita per gli amanti della dance d’autore.
La prima parte dell’amaro commiato si presenta molto aggressiva e tecnica come in “Tape Measure”, “The S The E The 2 and The 3” e “Hi-Speed Rockit” (mmmh…sento uno strano odore di Herbie Hancock!). Le atmosfere jazzeggianti si mescolano alla grande in “Café de Flore”, un buon presagio per la bella stagione che a breve dovrebbe arrivare e di seguito tra lo stupore perfino di mia madre troviamo “Hymnformation” che potrebbe perfettamente essere una marcetta alla Mary Poppins, seguita appena dopo da una fantastica “Nicotine” che paradossalmente gonfia di dolcissime note i gas nobili presenti nell’aria. Ci scappa quasi una lacrima a sapere che Doctor Rockit non è più tra noi; lo ricorderemo per sempre come in “Looprode”, terzultima traccia (quartultima se consideriamo la ghost track) di “The unnecessary history of Doctor Rockit”, un fantasma creato dalla mente di Matthew Herbert, cominciato grazie ad un pezzo di H. Hancock e finito così, senza apparenti rimpianti. Si dispensa dai fiori. Il presente vale anche come ringraziamento.
Autore: Luigi Ferrara