The Blow è il progetto electro pop degli statunitensi Khaela Maricich e Jona Bechtolt. La prima è un’artista poliedrica ed instancabile: musicista, artista visuale, perfomer… capace di passare con disinvoltura da mostre di scultura ad interminabili tour teatrali in cui porta in giro i suoi monologhi, fino ai dance-party con i suoi “The Blow”. Jona Bechtolt è un apprezzato artista audio-visuale, nonché turnista per diverse band e musicisti. Il disco di cui mi trovo a scrivere racchiude un EP di sette brani pubblicato originariamente nel 2004 in edizione super-limitata, ed una serie di remix, per un totale di quattordici brani. Canzoni freschissime, perfette per questi giorni di arsura micidiale: “Hey boy”, agrodolce (“Hey boy, why you didn’t call me? / I’ve waited for days / I can’t believe you didn’t call”) e melodica, è sostenuta da un tappeto ritmico fatto di clapping spensierati; “The sky opened wide like the tide” sfoggia una cassa techno bella dritta e distorta, che in ogni caso non muta l’essenza puramente pop del pezzo; “Knowing the things that I know” si avvicina non poco ai territori sonori dei Postal Service; “Let’s play boys chase girls” è una breve scheggia impazzita; “The love that I crave” passa senza lasciar traccia; “Hock it” ha invece una melodia da pop-hit e un ritmo super-catchy (ma è anche incredibilmente breve!)…se l’avesse prodotta Timbaland sarebbe stata il successo dell’estate. “Come on petunia”, con un apporto dell’elettronica più discreto, è la canzone che vorresti sentire in auto tornando stanco da una giornata di lavoro, da ascoltare tamburellando le dita sul volante. I remix non sono particolarmente esaltanti. In alcuni casi non aggiungono un granché a quanto già sentito nelle versioni originali (evitabili – ad esempio – il “trattamento” alla voce e le tastiere un po’ cafone nella rilettura di “The love that I crave”), in altri ci si arena in improbabili esercizi di sperimentazione radicale (come la traccia finale, “We are over here”, cut ‘n’ paste di voci francamente inutile). Eccezione significativa è l’interessante remix di “The sky opened…”, dove le percussioni diventano leggere ed acustiche, e spunta uno struggente violino ed una chitarra acustica a rivestire il tutto di un’insospettabile aurea folk!
Autore: Daniele Lama daniele@freakout-online.com