Dopo alcuni lavori di carattere strumentale sempre autoprodotti, tra i quali spicca una intrigante raccolta di “brani per pulizie domestiche” del 2003 intitolato ‘Musiche da Casa’, Alberto Motta e Claudio Sala lasciano ora deflagrare il loro enorme potenziale pop in questo ‘otto tracce’ prevalentemente acustico fatto di arpeggi ‘in minore’ che sfociano in ariose ritmiche o slide guitar su mid-tempo e testi intelligenti da mandare a memoria, con tutte le carte in regola per raggiungere lo status di classici minori della canzone italiana.
Inevitabilmente prossimo al ‘Sentimento Westernato’ di Bugo – sia per la struttura ‘low-fidelity’ sia per il cantato carico di spontanea indolenza, teneramente nasale ed a corto di estensione vocale –, questo ‘Ingresso nella Hall’ si differenzia tuttavia per l’appartenenza ancor più salda a certa tradizione italica che và da Adriano Celentano a Lucio Battisti ai Tiromancino, ed a certe ballate country sghembe di Beck, mentre mancano del tutto gli sfoghi grunge così cari al bravo Bugo.
Riguardo alle specifiche canzoni, ‘Ellamay’ sembra un duetto tra il ‘molleggiato’ e Paul McCarthney: una delle vette del disco grazie al convincente arrangiamento pianoforte-violino molto ‘Sgt.Pepper’, mentre ‘Scarafaggi’, ‘Oggi il Pavimento Sembra un Muro’ e ‘Se tu sei Me’ – quest’ultima molto, molto Tiromancino – regalano ritornelli dei quali i nostri cervelli valvolari ‘vintage’ difficilmente si sbarazzeranno, e Claudio all’organo hammond coinvolge e calamita l’attenzione mentre Alberto – autore di quasi tutti i brani – diverte o intenerisce, e mai stanca. Sono però ‘Tra Francesco e Dio’ e ‘Decàde’ le canzoni più importanti per spessore spirituale e carica malinconica, codificate su arpeggi acustici e tastiere noir che sfociano in ritornelli che talvolta trasmettono uno stato d’animo potente.
Solo 26 minuti di durata, ma nussuna traccia meno che splendida: così si fa!
Autore: Fausto Turi