A stare a spiegare “che genere fanno” gli Akron Family ci vorrebbero intere giornate. Senza comunque riuscire ad arrivare ad una definizione “rigorosa”. E già questo è un punto a loro favore. Questo ultimo lavoro è il loro primo come “trio”, dopo la partenza di Ryan Vanderhoof (che ha pensato bene di ritirarsi in un monastero buddista), ed il primo per l’etichetta Dead Oceans, dopo l’abbandono della Young God, la label del loro “mentore” Michael Gira.
In “Set ‘Em Wild, Set ‘Em Free” convivono lo spirito più ostinatamente “freak” della band (la mistica “Gravelly mountains of the moon” con i suoi coretti che volteggiano in un vortice prog-noise) con splendidi quadretti di puro folk-rock rilassato e lineare (“The alps & their orange evergreen”); l’intramontabile passione per la psichedelia più pura e acida con canzoni di pop evoluto (“Many ghosts”), che sembrano un incontro a metà strada tra i Fleet Foxes e i Tv On The Radio. E poi, ancora, rumorismo oltranzista e sfacciatamente molesto (“Mbf”), ma anche scalpitanti ritmi funk (“Everyone is guilty”) ed addirittura qualche leggera spruzzata afro.
Un “rischio”, in questo caso, è che a furia di mescolare generi musicali in maniera così schizofrenica il risultato finale risulti confusionario e indigesto. Si rischia, inoltre, di lasciare gli appassionati sempre soddisfatti a metà: quelli alla ricerca di sperimentazione ed originalità a tutti i costi storceranno il naso davanti a tante morbidezza melodiche, quelli più legati ad una forma-canzone più “standard” continueranno a considerare le soluzioni artistiche della band troppo ardite.
Ma sono convinto che agli Akron Family di queste questioni non gliene possa fregare minimamente, dimostrando, anzi, ancora una volta, un approccio libero da condizionamenti che, associato a notevoli doti compositive, rende la loro musica così unica ed interessante. E soprattutto: se non si fanno loro di questi problemi, non vedo perché dovrei farmene io. Molto meglio godersi questo disco senza troppe elucubrazioni.
Autore: Daniele Lama