Lo scorso anno si era sparsa la notizia, che i Rage Against The Machine si erano riuniti per incidere un disco militante, contro la politica di Trump. Invece, i tre quarti del gruppo, vale a dire Morello, Milk e Commerford, quindi senza De La Rocha, si erano uniti con i loro vecchi amici Chuck D e DJ Lord dei Public Enemy e B-Real dei Cypress Hill, per fare una serie di concerti nei quali proporre brani dei loro gruppi di provenienza. Finita la tournée, il sestetto ha pensato bene di andare avanti e di incedere questo disco. Si tratta di un lavoro di pura militanza politica, radicale e senza compromessi, che miscela il sound – oramai scontato ma efficace in quanto i maestri del genere – dei tre gruppi di provenienza.
Se da un punto di vista sonoro i dodici brani in scaletta aggiungono poco a quanto hanno detto Ratm, Public Enemy e Cypress Hill, l’energia è ancora tanta e sembra che il tempo non sia passato per questi agguerriti cinquantenni. La presenza di B-Real e Chuck D accentua il lato hip-hop e per giunta DJ Lord fornisce un contributo musicale essenziale ai tre ex RATM completandone il sound. In quasi tutto il disco si respira un’aria molto tesa che stenta ad esplodere se non nelle aggressive “Hands up” e “Strenght in numbers”. Un disco che per alcuni può apparire nostalgico, ma che svolge un’essenziale funzione politica in questi mala tempora.
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autore: Vittorio Lannutti