Quando penso al reale significato della parola artista, difficilmente mi viene da accostarla alla maggior parte dei musicisti che conosco o che mi appassionano, perché, molti li reputo più degli abilissimi artigiani, mentre uno come Bruno Dorella è uno dei pochi veri artisti. Dorella, oltre ad essere a capo del progetto Ronin, ha fondato l’etichetta Bar La Muerte e ha collaborato con molti artisti e messo in piedi diversi progetti musicali, che si sono sempre caratterizzati per la loro originalità. Può fare generi poco orecchiabili, poco belli, ma sicuramente nei suoi lavori c’è sempre passione, ricerca e sicuramente una profonda onestà intellettuale. Una persona poi può essere ritenuta artista, soprattutto se ha il dono dell’eclettismo e, grazie a questo, riesce ad adattarsi alle situazioni più disparate. Questo è proprio il caso di Dorella, che se si diverte a fare il terrorista sonoro con gli Ovo o a collaborare con Bugo, con i Ronin dà libero sfogo alle sue malinconie e alla sua sensibilità e soprattutto alla passione per la chitarra. Per “Lemming” la formazione dei Ronin si è stabilizzata con Marco Anicio all’altra chitarra, Chet Martino al basso ed Enzo Rotondaro alla batteria, mentre diversi sono stati gli ospiti in un cd quasi interamente strumentale, tranne che per “Il galeone”, classico brano folk italiano cantato dalla polistrumentista di Seattle, Amy Denio. In diversi brani viene utilizzata la sega di Luca Galuppini, che dà ai brani delle arie molto evocative, come nell’intimismo introspettivo di “Mantra infermanle”, da cui emerge un inconscio poco sereno. Dorella e soci si lasciano affascinare poi sia dai ritmi brasiliani nella delicata “La banda” sia dal jazz etiope de “L’etiope”, oltre che dalla musica di Henry Mancini di “Portland”. Tuttavia, i brani che sono più caratteristici del cd sono l’iniziale “I pescatori sono tornati” che per la tristezza e l’angoscia perfettamente trasmesse, sembra un blues privo delle dodici battute, e la conclusiva “Lemming” dove Dorella, accompagnato da Nicola Ratti all’altra chitarra, per oltre nove minuti, si lascia andare ad un viaggio lungo e profondo con la sua fidata sei corde. “Lemming” è un cd intrigante, impegnativo e profondo, contro il logorio del consumismo musicale.
Autore: Vittorio Lannutti