“Boy man machine+” non è propriamente l’ultimo lavoro della band sperimentale noise statunitense perché si tratta in realtà di una ristampa del lavoro del 2016 con l’aggiunta di un 7’’. Il disco ha la particolarità di essere stato scritto e registrato durante la progettazione e la costruzione di un’auto da corsa presso il Center for Automotive Research di Columbus, Ohio, per cui la band ha approfittato nell’utilizzare alcune parti della strutture logistiche dell’officina, ambienti particolarmente cavernose adatti ad un certo tipo di suono. In questo modo i Drose hanno potuto accentuare alcune parti inquietanti del loro sound e la loro musica, infatti, risulta nichilista e oltre la disperazione. Si respira in queste tracce un enorme senso di disincanto che va oltre l’approccio di Michael Gira e dei suoi Swans o dei Sunn O))). Ad episodi minimal come “A voice”, fanno dal contraltare le urla disperate e rabbiosa che introducono “A change” nella quale la circolarità roboante degli Unsane si incrocia con l’industrial dei Nine Inch Nails. L’industial-metal è ben presente anche in altri momenti come in “A room” che non a caso anticipa il tirato post-metal di “The tapping”. Discorso a parte merita “Mechanism is lord” nel quale vengono racchiuse tutte le istanze indie-metal degli anni ‘90, per capirci quelle prodotte dai Tool in avanti. Un lavoro intenso che affascinerà tutti gli amanti del post-metal sperimentale che non disdegna l’improvvisazione.
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autore: Vittorio Lannutti