Che l’Italia non sia un Paese civile è un dato di fatto, incontrovertibile, altrimenti non si sarebbero verificati episodi come gli atti razzisti di Rosarno. Giusto per citare l’ultimo di una sfilza infinita di episodi che ci hanno ormai allontanato in maniera irreversibile dal grado minimo di civiltà. Tra questi anche i numerosi casi di corruzione, con il Governo che più o meno direttamente li avalla, guarda la recente inchiesta su Protezione Civile e appalti per la ricostruzione post terremoto in Abruzzo. Ma tutto questo che c’entra con il disco in questione? C’entra, c’entra, perché i fratelli Marino e Sandro Severini non si sono mai stancati di cantare le nefandezze di cui questo Paese, soprattutto nella storia recente, è pieno. Questa volta hanno scelto di farlo con Daniele Biacchessi, giornalista, che per circa un paio d’anni ha calcato i teatri italiani con i fratelli per recitare i brani suoi e di altri sui grandi misteri italiani, lasciando anche lo spazio a Sandro e Marino, che per l’occasione hanno scelto i brani del loro repertorio attinenti alle tematiche scelte dal giornalista. “Il paese della vergogna” è anche il titolo del libro scritto da Biacchessi, pubblicato da Chiarelettere. Questo album di divide in due atti. Il primo è dedicato alla resistenza: si inizia con il racconto delle stragi di Sant’Anna di Stazzema e di Marzabotto, per poi accrescere il risentimento per il fatto che per cinquant’anni in qualche modo gli autori di queste due stragi siano stati coperti. Biacchessi si chiede con rabbia come sia stato possibile nascondere per tanto tempo quei fascicoli, descrivendo con minuzia di particolari il silenzio colpevole di tutti i governi italiani che si sono avvicendati fino al 1994. Il brano in questione è “L’armadio della vergogna” nel quale, solo nel maggio del ’94 sono stati trovati i fascicoli, grazie ai quali sono stati rintracciati e poi condannati gli aguzzini nazisti. In questo primo atto i brani della Gang, sempre ed esclusivamente accompagnati dalle loro chitarre elettrica ed acustica, sono “4 maggio 1944”, dedicata alla strage di un’intera famiglia di Arcevia (An), “La pianura dei 7 fratelli”, l’ottima cover degli Stormi Six “Dante di Nanni” ed “Eurialo e Niso”. Il secondo atto è, invece, dedicato agli scandali del dopo guerra: da piazza Fontana all’omicidio di Peppino Impastato dalle stragi di Capaci e via D’amelio a quella di via dei Gergofili (questo brano è stato scritto da Raja Marazzini), non dimenticando tutti i ragazzi italiani uccisi per i propri ideali di sinistra: Carlo Giuliani, Fausto e Iaio, e tanti altri. I brani dei Severini in questo secondo atto sono “Sesto San Giovanni”, l’inedita “Perché Fausto e Iaio?”, struggente ballata, l’immancabile “Via Italia” e la sempre verde ed emozionante “Le radici e le ali”. “Il paese della vergogna” è un preziosissimo documento che serve a non dimenticare.
Autore: Vittorio Lannutti