Il brano di apertura di questa nuova raccolta di Massimo Bubbola suona quasi come una confessione/dichiarazione di intenti: “Adesso siedi qui e ascolta il temporale / Quel che la pioggia dice e il vento sa svelare / Storie di uomini, coraggio e carità / Storie di vita e morte, giustizia e libertà / Lo so, lo so, lo so, lo so / Forse sto un po’ invecchiando / Oh no, oh no, oh no, oh no / Sto solo sanguinando”.
Insomma, il cantautore veneto sa di invecchiare ma si sente ancora vivo e vegeto, con il sangue che pulsa insistente nelle vene e con la stessa voglia di sempre di raccontar storie “di terra e d’acqua”, magari anche spingendosi più in là, nell’aria di cieli paradisiaci invitato ad un party angelico “suonando il sax e la chitarra / il piano ed il juke box”, con Mozart lì accanto che “mi offre il suo champagne” (“Un angelo alla mia porta”).
Se l’entusiasmo è intatto, purtroppo non si può dire altrettanto dell’ispirazione, dato che troppi di questi pezzi sembrano buoni solo come canzoni da spiaggia intorno ad un falò estivo (la filastrocca di “Una chitarra per due canzoni”) o come repertorio divertente per qualche pub di provincia (il rockabilly di “Cambiano”), senza che vengano toccate le corde poetiche giuste (tutto sommato poco penetranti anche le liriche di “Tu rifugio avrai”, “La Collina dei Ghepardi” e “Canzone dell’assenza”).
Due le piacevoli eccezioni: “Dolce Erica” e “Uno, due, tre”, guarda caso due ballate che parlano di amore e di tradimenti… e di sangue, ovviamente.
Autore: Guido Gambacorta