Dietro il nome Iver & the Driver si nascondono due valenti musicisti che corrispondono ai nomi di Giustino Di DeGregorio, rumorista elettronico che nel ’99 arrivò ad incidere per la Tzadik di un certo John Zorn e Paolo Marini, che ha suonato il basso con gli Orange Indie Crowd e ha suonato e cantato con i Famous Player. I due, entrambi abruzzesi, dopo essersi incontrati hanno deciso di fare qualcosa insieme e ne è venuto fuori questo suggestivo ed intrigante lavoro: una perfetta via di mezzo tra Nick Drake e i Kraftwerk, tuttavia, senza assomigliare eccessivamente né all’uno, né agli altri. Nei dieci brani di questo esordio si respira un’aria tranquilla, rilassata, nella quale i due musicisti, coadiuvati da Andrea Cajelli in un paio di tracce, si lasciano andare a ballate dalle più diverse sfumature. L’iniziale “The scene of the park” si struttura su un lounge scarnificato grazie ad una chitarra acustica che ricorda alcune cose di Caetano Veloso e ad un’elettronica minimale, il tutto su un cantato semplificato e senza pretese. Nonostante i trascorsi rumoristi Di Gregorio con i suoi samples non è mai invadente, ma sempre estremamente complementare al lavoro del suo compagno, a parte qualche rarissima eccezione. Qua e là compare un pianoforte, come in “A wrong song” dove si avvolge insieme alla chitarra in una piacevolissima ballata. Altra caratteristica accattivante di questo esordio è proprio la ballata, anche se riletta in maniera obliqua (”Words on a Mad ballon”).
Autore: Vittorio Lannutti