autore: Guido Gambacorta
Di buon impatto il disco dei grossetani Twoas4 – Alan Massimiliano Schiaretti alla batteria e alle tastiere; Oscar Corsetti voce, chitarra e basso – come dei Sonic Youth ossidati Cure (derivazioni fin troppe esplicite nella sequenza Not For Fun, Light One, Meds) o dei Wire filettati Unwound (il pezzo forte Amazing Lie), con la voce di Luminita Ilie che si insinua tra i risvolti dei brani, quasi un’interferenza radio, creando un effetto piacevolmente straniante (e non del tutto privo di ironia).
L’eccezionalità dell’artwork (non esagero: CD in edizione numerata accompagnato da un piccolo book di racconti e da due pieghevoli – uno di foto, uno di illustrazioni – il tutto confezionato in una busta gialla con timbrati sopra il nome della band, il titolo dell’album e il numero di serie) e la produzione di Paolo Mauri (Massimo Volume, Afterhours, Le Luci Della Centrale Elettrica…) aggiungono forma e sostanza al progetto. In realtà c’è ancora molto da lavorare – l’italiano caracollante di Le nuvole di Quinz non regge, l’inglese maldestro di If I Had Now non convince – ma Audrey In Pain English riesce già ad inchiodare le nostre giunture indolenzite con aspre dolcezze (il duetto tra Oscar e Christina Lubrani in Simplicity, per un lunare canto soul-wave) e avvolgenti ruvidità (l’epilogo di The Big Joke).