Il trio bellunese va controtendenza: chi punterebbe, oggi come oggi, su un trend musicale di chiara matrice rock? Il sound dei Planet Brain è distante dalle “cose” cool à la Klaxons, Franz Ferdinand e cloni vari. No! Loro non seguono nessun filone e rischiano sulla loro pelle. Si, perché essere “fuori moda” è un rischio. Hanno un sound riconducibile agli ultimi Muse, quelli lisergici e progressive, specie nell’open rack “Walkie talkie”. Le dieci tracce filano lisce, ma una nota a sfavore, e che abbastanza ingombrante, la continua ricerca della canzone perfetta che non banda al sodo. Ma è solo il primo lavoro e tanta strada e stages faranno rodare al meglio il sound e la creatività compositiva.
Dicevamo un primo album ; e per questa occasione i Planet Brain hanno avuto la fortuna di vederlo pubblicato dalla label inglese Function records. Proprio grazie a loro il gruppo ha avuto una grande possibilità: un breve tour in terra inglese. Cose troppo rare per i nostri artisti. “Compromises & Carnivals” tutto sommato è un buon disco, sincero, istintivo, dove si condensano fragilità e rabbia e per questo è facile perdonargli le piccole lacune.
Autore: GDD