Presentato con grande enfasi e lancio pubblicitario, il nuovo album di Al Green, oramai leggendario cantautore di R’n’B e soul, arriva finalmente nei negozi di dischi dopo una serie di apparizioni promozionali del cantautore di colore al Tonight Show di Jay Leno, al Late Show di David Letterman e al Late Night Show di Conan o’Brien, tutti collezionati nel corso di questa estate.
Per questo notevole ritorno, Al Green si è avvalso della collaborazione di nomi illustri, da John Legend a Anthony Hamilton, da Corinne Bailey Rae, ai The Roots. E insomma, la qualità non manca negli undici pezzi che compongono l’album. Nessuna novità particolare, è sempre ottimo R’n’B, sempre ottimo soul, (magari con meno ritmo funk e più arie lente) mentre sembra ormai lasciata alle spalle l’esperienza gospel, segno della fede religiosa che lo portò negli anni passati a diventare Reverendo.
Non ci si aspetterà dunque da un ormai sessantaduenne cantautore, attivo sulle scene sin dal 1967, cambi o svolte radicali nel suo stile, sempre uguale (a volte troppo), senza che il tempo sembri lasciare tracce. Le canzoni di quest’album, dalla title track Lay it Down a No One Like You, a Take Your Time, duettata con Corinne Bailey Rae, fino alla bellissima e ritmata Standing in the Rain, seguono tutte la scia della musica che ha reso Al Green un classico del genere, anche se l’intro e il refrain di Stay with Me sembra cercare una vaga contaminazione reggae. E tutte sembrano essere nate trent’anni fa, cosa che può anche essere considerata il loro difetto. Ma per gli amanti del soul sarà certamente un pregio, una garanzia quale Al Green ormai è da quarant’anni.
L’ascolto è scorrevole, piacevole, quale solo il soul sa dare, e insomma gli anni non sembrano proprio passare per questo Reverendo che ha alle spalle quattro nipoti e sei figli dai suoi precedenti matrimoni ma che, a quanto sembra dalle dichiarazioni rilasciate in occasione dell’uscita dell’album, ha ancora voglia di dare e ricevere l’amore di cui canta nel cd, di trovare insomma la sua speciale metà. Allora auguri, buon vecchio Al!
Autore: Francesco Postiglione