You should play in a band, un nome un programma. Già, perchè le dodici tracce registrare in questo cd sono il frutto di un’idea estemporanea della Juniper Band, ottimo gruppo bolognese, che ha pensato di creare un progetto parallelo, allargando l’organico ad una voce femminile, a un’altra chitarra e ad altri ospiti. Il risultato è un intenso cd di brani che sembrano provenire da quegli Usa legati alle proprie radici, ma che allo stesso tempo cercano un’evoluzione. Per necessità di sintesi potremo definire questo esperimento una perfetta via di mezzo tra il Neil Young delle origini (di cui, non a caso viene riproposta una brillante versione di “When you dance i can really love”) e le dilatazioni degli ultimi Low. Diversi i brani della Juniper Band riletti e per certi versi irriconoscibili, quindi ecco una “Cold bodies” dilatata e profonda, la “Gemini” che diventa una cavalcata dal sapore agrodolce di un blues contaminato con il tex-mex. C’è spazio anche per due brani originali: “Borders of love” una soffice ballata, dove le due voci, maschile e femminile si intrecciano complimentandosi e “Our beautiful land” che per metà ha il vestito freak della California degli anni ’60 e per la seconda metà cambia registro stilistico con i rimandi circolari nei quali si innesta una tromba che rende il tutto più malinconico. Quella copertina poi è perfettamente appropriata, con quegli alberi di montagna spogli e rossicci.
Autore: Vittorio Lannutti