La SubPop ci sorprende, stampando un disco di hip-hop e moderno afrobeat – generi fuori dal target abituale dell’etichetta di Seattle – di un artista sudafricano, Spoek Mathambo, al secondo album con Father Creeper, dopo Mshini Wam (2010).
E Father Creeper è un disco hip-hop molto fresco, originale e soprattutto – una volta tanto – fuori dallo stereotipo del genere, infarcito di soul ed afrobeat – qua e là sulle riviste specializzate si parla già di… afrofuturismo, o dubstep apocalittico – vivaci scorie caraibiche, ma anche decisi elementi rock anni 70 (‘Dog to Bone’), chitarre elettriche perfettamente assorbite nel flusso elettronico, che si avvicina in alcuni momenti persino al drumm’n’bass ma più spesso al dancehall, e tuttavia anche atmosfere buie calate nella new wave – genere che a quanto pare interessa molto all’artista di Johannesburg… – e la lezione stradaiola dei Run DMC (e in particolare quella odierana stile Dizzee Rascal) – e generalmente dell’intera old school sempre presente (‘Kites’).
Il lavoro contiene 11 canzoni che ti riconciliano con l’hip-hop ed il soul, soprattutto grazie alla sobrietà della scrittura elettronica e delle varie forme espressive praticate – non ultimo lo stile vocale del cantante – e dunque Spoek Mathambo evita qualunque eccesso e passaggio grossolano, pur riuscendo senz’altro a riportare molto bene nella sua musica gli elementi autentici dell’Africa moderna – che non è quella da cartolina – con le sue tante contraddizioni, come sintetizzato nella copertina di quest’album, con un villaggio in fiamme che si rispecchia nei cristalli di un grattacielo; e tuttavia il disco è lontano – seppure con testi impegnati – dal recinto della militanza o dell’invettiva.
Il 30 Aprile 2012 Spoek Mathambo è atteso a Roma, per il suo primo concerto italiano, al Brancaleone.
Questo il resto del tour italiano:
27 aprile – Rocket, Milano; 28 Spazio 211, Torino, 29 Serendipity, Foligno.
Autore: Fausto Turi