Mai come in questo caso va rispolverato un vecchio slogan degli anni ‘70: il personale è politico.
Già perché Militant A ha deciso di intitolare il decimo disco del gruppo romano con un titolo francese, in omaggio alla mamma, Marguerite, detta Gait, originaria di Brest, Bretagna, scomparsa l’anno scorso, a cui è dedicata la poetica “Brest”, brano messo in conclusione del disco e nel quale viene evocata la storia di questa donna.
Come in ogni disco degli Assalti Frontali ci sono canzoni militanti e il titolo è anche un incitamento a resistere in questo periodo buio. In scaletta troviamo “La morale”, inno rabbioso e pacifista allo stesso tempo, in quanto Militant A se la prende con la guerra, con la Nato e dichiara il suo internazionalismo, contro ogni confine e conflitto. Da poeta di strada qual è Luca Mascini aka Militant A non poteva non scrivere un brano come “Arteducatore”, nel quale racconta lo spirito con cui affronta la sua sfida degli ultimi anni ovvero i laboratori rap nelle scuole e nei quartieri,per tirare fuori con l’arte il meglio di sé e risvegliare una speranza quando tutto sembra spegnersi.
Non poteva mancare il brano ecologista “Difendi l’albero”, testo scritto per il festival di poesia ambientale e presentato all’ultimo Climate Speak mondiale che si è tenuto lo scorso dicembre, e che è frutto di un laboratorio rap in una scuola elementare cantato con il coro di ragazzini “Coro se… sta voce”. Il brano fa il paio ,per la presenza di un altro coro, quello dell’Antoniano, con “Gol gol rap” sul calcio sociale.
Nel disco ci sono vari ospiti, si tratta di due jazzisti: Daniele Tittarelli al sax in tre brani, tra i quali in “Vecchi pirati”, nella quale emerge un intrigante jazz-hip-hop, e di Pietro Lussu al pianoforte, anche lui in tre brani, compresa l’eccitante “Ufo nella scena”, oltre a Er Tempesta nell’evocativa “Sogno ancora”.
In conclusione non si possono non prendere in considerazione “Courage” e “Perdere la testa”, in quanto si tratta di due canzoni manifesto di questo tempo; sul passaggio dalla pandemia al tentativo di riprendersi e di recuperare una quotidianità. In trentadue anni gli AF sono ancora qui: vivi, combattivi e necessari!
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autore: Vittorio Lannutti