Dopo tanti anni sulla breccia continuano con il loro percorso artistico-militante i Bisca. Saggiamente ancorati ad un funky che supporta testi che trattano tematiche politico-sociale sempre di scottante attualità, Maglietta e Manzo continuano a contaminare il loro sound con elementi elettronici che si rivelano complementari, grazie all’ottimo lavoro di produzione proprio dei due napoletani, che omaggiano anche i migliori Red Hot Chili Peppers, quelli di “Give it away” in “Devi vivere”. Per quest’ultimo lavoro i Bisca hanno deciso di ospitare alcuni personaggi del panorama rock italiano: dall’efficacissimo Caparezza nell’hip-hop di “Facce”, al Piero Pelù, che fa rimpiangere i vecchi Litfiba, in “Sono come tu mi vedi”, dal Gianni Maroccolo che suona il basso nel rock energico ed possente di “Io sono qui”, dove la chitarra di Manzo ed il sax di Maglietta si intrecciano in un duello esaltante, al Pietro De Cristofaro nell’emblematica “C’è un mondo che”, che grazie al tema trattato sulla divaricazione sociale, diventerà sicuramente un cavallo di battaglia dei partenopei. Nonostante siano intorno ai 40 anni Manzo e Maglietta continuano ad avere un approccio ingenuo alla vita, come i veri artisti, ed ecco che continuano a chiedersi il senso della religione, della notte e dei bombardamenti, trattati in “Che senso ha”, brano ripreso da “Il cielo basso” del 2001. Questi ultimi due brani, “C’è un mondo che” e “Che senso ha”, delineano in fondo la doppia anima dei Bisca, vale a dire quella della denuncia delle ingiustizie sociali e quella ingenua, ma anche esistenzialista, aspetto che emerge anche nell’electro-funky di “Pecchè”.
Autore: Vittorio Lannutti