Dopo due e.p., Golem del 2011, Faust del 2012 e uno split con i Nastenka Aspetta Un Altro anche la band dal nome provocatorio arriva con una cordata di etichette al full-length, L’Age d’Or.
L’impianto dei brani dei Preti Pedofili è da essi stessi descritto come post-rock/noise e difficilmente troverebbe una collocazione in generi diversi oggi che certe correnti viscerali si sono quasi del tutto prosciugate, ma è l’approccio irriverente e nichilista del post-punk ad animare le gesta del trio foggiano. Intendendo per post-punk tutte le variazioni possibili insite nel genere.
Cioè: musica complicata ed ostica come il quotidiano in cui ci si deve divincolare che è poi la stessa che in altri momenti risulta la sola possibile a (non) spiegarlo; convulsa ed autistica nel rimescolamento ossessivo dei frammenti di cui si compone (frasi chitarristiche minime e spezzate, voce sussurrata od urlata, tastiere anche un po wave..); cupa e livida come quello che vuole rappresentare; teatrale e letteraria per come si propone.
Ci sono dei riferimenti extra-musicali anche molto estremi e violenti nella proposta dei ‘preti’ ma anche atmosfere già sentite tante volte in chi pratica con passione certi bassifondi sonori.
Li consiglierei a chi apprezza i Fuzz Orchestra ed ovviamente a tutti quelli che non sanno cosa ascoltare durante le festività natalizie.
E ora sapete anche a chi destinare l’8 per mille.
autore: A. Giulio Magliulo